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ZARA CHIUDE OLTRE 1000 NEGOZI. ADDIO FAST FASHION

È la morte del fast fashion? Ne dà il triste annuncio, Zara

Zara chiude 1200 negozi in tutto il mondo: è forse la fine del fast fashion?

Il Coronavirus miete più vittime di quanto si pensi. L’economia globale crolla e calano le saracinesche. Se non fosse per le migliaia di persone che verranno licenziate, l’arresto di questi marchi di pronto moda non può che portare al giubilo.

L’impegno Green di Zara (ma utilizza ancora la viscosa)

Zara si è impegnata nel tempo a rispettare gli standard di produzione sostenibile che dovrebbero abbattere l’emissione di Co2 nell’atmosfera. Il marchio spagnolo, però, è tra i primi ad utilizzare la viscosa, tessuto vegetale che inquina più del poliestere. L’utilizzo della viscosa è un’alternativa alla seta. Un modo come un altro per offrire un capo che possa somigliare il più possibile ad un prodotto di media fascia.

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La viscosa, però, è un inganno. Non fidatevi se qualcuno ve la offre come materia eco-sostenibile: la sua produzione, infatti, è tutt’altro che eco-friendly. Abbatte le foreste ( si utilizza la cellulosa di diversi alberi) , uccide milioni di animali a causa dell’utilizzo massivo di pesticidi. Rende poco salubre l’aria che respiriamo a causa delle sostanze tossiche utilizzate per la sua lavorazione danneggiando, così, la nostra salute. Da un’indagine effettuata da Changing Markets Foundation, il 63% della viscosa viene realizzata in Cina ed è proprio il Paese Asiatica a registrare il maggior numero di disastri ambientali.

Tra i maggiori marchi che ne fanno incetta: H&M, Zara e Top Shop.

Zara Chiude: la crisi.

Nel primo trimestre del 2020, Zara registra un calo delle vendite pari a 409 milioni di euro con un crollo del fatturato a 3,3 miliardi di euro contro i 5,9 nello stesso periodo dell’anno precedente. La strategia di Indetix si basa sulla chiusura di 1200 store in tutto il mondo potenziando, però, l’e-commerce. Infatti, si è registrata un’impennata degli acquisti online (+55%) contro il crollo delle vendite nei retail (-44%). Tra le future mosse del gruppo, il potenziamento dell’online con un investimento di 2,7 miliardi di euro che vanno a sommarsi alla precedente capitalizzazione di 2,5 miliardi.

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