canale venti Conversazione con Pasquale Scimeca
Spettacolo,  Interviste

“Una normalità più accogliente”: Lorenzo Luporini racconta Canale di Venti

Canale di Venti (profilo di Venti su Instagram) è molto più di un canale YouTube o di una pagina social. Per capirlo, ho fatto quattro chiacchiere con uno degli autori: Lorenzo Luporini.

Lorenzo Luporini è uno degli autori del Canale YouTube VENTI. 25 anni, alto, gentile e con la testa che viaggia sempre su binari imprevedibili. Abbiamo fatto quattro chiacchiere in un bar perché ci spiegasse bene questa storia di Venti, che mi incuriosisce molto. Mi intriga il loro modo familiare di comunicare, che riempie le distanze, in un periodo in cui le distanze tra gli esseri umani sono di tutti i tipi. Occhiali scuri e mascherina, sono anche un po’ preoccupato dall’inespressività disarmante del mio volto praticamente coperto, che mi rende distantissimo e complica la comunicazione.

Per fortuna Lorenzo ha degli occhiali meno scuri dei miei. Ci sediamo, ordiniamo due caffè, via gli occhiali da sole e iniziamo a parlare.

F: “Canale di Venti su Yotube, profilo di Venti su Instagram, solo pochi giorni fa media partner per Heroes a Verona. Ma insomma, cos’è VENTI?”

L: “Il canale è nato dall’incontro tra Sofia Viscardi e Irene Graziosi. Sofia è uno dei primi youtuber in Italia, uno dei primi protagonisti del web. A un certo punto ha sentito l’esigenza di reinventarsi, creando dei contenuti che potessero essere utili alle persone. Questo è stato possibile grazie ad Irene, capo-autrice e co-fondatrice. Insieme hanno invento il concetto di VENTI, un collettivo culturale, che agisce anche come media, fonte di informazione e intrattenimento e vuole porsi come fratello-sorella maggiore per i ragazzi che hanno tra i 16 e i 25 anni. Quello che facciamo noi è aprire spazi di approfondimento e riflessione su determinati temi”.

https://www.instagram.com/p/CCbShWbKiHJ/

 

F: “Quindi siete una realtà ben strutturata? Non si tratta solo di caricare video a caso su YouTube?”

L: “In termini di organizzazione del lavoro siamo 5: tre autori, un regista e un producer. Ci troviamo tutti i lunedì, anche telematicamente e mettiamo a scaletta i vari format, lavoriamo come una redazione. Come struttura ci appoggiamo a ShowReel”.

F: “Perché il target 16-25 anni?”

L: “VENTI è appunto il nostro target. Sofia dice sempre che i media tradizionali non parlano un linguaggio adatto ai ventenni, e la sensazione è quella di iniziare una serie tv sempre dalla seconda stagione. Con Venti in un video di 15 min. riassumiamo un percorso, con un linguaggio abbastanza amichevole e facile. Ad esempio, abbiamo intervistato Cecilia Sala, che è un’esperta di Medio Oriente, per farci spiegare la situazione in Iran”.

F: “Cosa intendi per “porsi come fratelli/sorelle maggiori”?”

L: “Parlando a dei ventenni, noi abbiamo un fine anche un po’ pedagogico. Cioè, l’idea è che si può parlare di tutto, però proviamo sempre a dare una visione che definirei “accogliente”, altrimenti sarebbe irresponsabile. Accogliente e rassicurante, e i ragazzi hanno bisogno di conferme, anche su cose che a noi sembrano scontate”.

F: “Il mezzo YouTube vi permette di sdoganare contenuti che sui media tradizionali fanno fatica ad arrivare. Come il discorso sul sesso, esempio forse di quel parlare “da fratelli maggiori”.”

L: “Sì, hai citato una cosa che mi ha molto divertito fare: il documentario in 4 puntate con la sessuologa Roberta Rossi. A me è piaciuto molto quel progetto perché del sesso si parla talmente poco, che ogni volta che ne parli con un esperto scopri delle cose. Anzi forse non ne parliamo poco, ne parliamo tantissimo anzi, ma ne parliamo male. In quell’esperienza è stato importante secondo me parlarne con un’esperta. Roberta Rossi è una terapeuta e noi volevamo qualcuno credibile, autorevole per parlare dell’argomento. Quindi fratelli maggiori, liberi, accoglienti, ma serve anche qualcuno competente, che poi spieghi le cose da un punto di vista più autorevole”.

F: “Però il sesso, o comunque dinamiche che hanno molto a che fare col corpo e con le pulsioni sessuali, riguardano anche altri video. Ad esempio tu hai fatto: Uomini nudi e Foto di tette. Lì non c’è un esperto, ma parti dalla tua esperienza che attiva il meccanismo dell’immedesimazione. Quanto è importante questo tipo di linguaggio?”

L: “Molto importante. Tutti i nostri Venti partono da un’esperienza personale. È una forma di credibilità, per trattare determinati argomenti senza essere giudicanti. Quei due video sono i miei preferiti. E uno completa l’altro. Foto di tette è un video di intervento, molto importante perché è il racconto di un adolescente che cresce ricevendo, scambiando foto rubate di materiale pornografico, estrapolato senza consenso… che è il discorso del revenge porn”.

F: “Quanto sono importanti i trend del momento? Li seguite?”

L: “No. Se accade qualcosa di eclatante nell’attualità cerchiamo di dare alle persone gli strumenti per seguirla, però in realtà partiamo da noi: non inventiamo mai per seguire l’attualità. Foto di tette ad esempio era nato prima della notizia della chat Telegram da cui si scatenò il dibattito sul revenge porn. Non avendo da rendere conto che a noi stessi, siamo molto liberi nella scelta dei temi. Facciamo cose anche strane per YouTube Italia se vuoi, cose che facciamo solo noi”.

F: “E quindi quali sono i temi guida?”

L: “Il sesso, l’amicizia, l’amore, l’ambiente, tutti temi legati alla vita dei ventenni. Comunque parliamo di quotidianità, di vita normale. Poi c’è da dire che noi autori rappresentiamo un bacino demografico abbastanza ristretto e quindi vorremmo aumentare l’inclusività del progetto, per continuare a lavorare nel tentativo di trasmettere anche un’idea di normalità diversa, più accogliente, inclusiva”.

F: “Tu però a Venti arrivi a progetto già avviato…”

L: “Sì, Venti nasce a marzo 2019, io ho pubblicato il primo video ad ottobre dell’anno scorso. Il primo video era Competizione maschile, all’epoca ero in viaggio in Perù”.

F: “T’è piaciuto?”

L: “È bello, c’è la jungla, ma non è bello come Lambrate”.

F: “Settimana scorsa c’era Heroes all’Arena di Verona e voi eravate lì. Come ci siete arrivati?”

L: “Per Heroes eravamo media partner, eravamo dietro il palco, nel creator stage a fare degli approfondimenti per raccontare delle realtà valoriali nel mondo della musica. C’erano diverse associazioni: sulla rappresentatività femminile nel mondo della musica, sulla sostenibilità aziendale… . È stata un’esperienza divertente, anche di crescita per noi. L’evento in sé è stato molto bello”.

canale venti
Sofia Viscardi e Lorenzo Luporini al Creator Stage di Heroes (Verona)

F: “Giovanni De Stefano su RollingStone ha scritto che Heroes è il Festivalbar per quelli nati dopo il ’95, criticando molto l’evento. Anzi ha scritto che dopo Heroes resta “il desiderio di vedere un vero concerto”.”

L: “Sì, è stato un po’ il Festivalbar e non penso che sia una cosa negativa. Quella sera Manuel Agnelli ha detto una cosa molto interessante, che c’è tutto un pubblico che ha un’età in cui vorrebbe andare ai concerti, ma ancora non c’è mai stato, e forse non potrà andarci ancora per un bel po’ di tempo. Heroes è stato importante per dare un segnale a loro. E poi è stato un forte segnale per la musica. C’era gente che di solito si fa la lotta, etichette concorrenti, che si sono messe a lavorare insieme. È stato anche un atto simbolico, se vuoi, che ha fatto vedere che si può lavorare insieme malgrado gli interessi”.

Io e Lorenzo continuiamo a chiacchierare ancora un po’ di musica, progetti, sogni, tutta roba dei nostri venti. Quando ci salutiamo, imboccando le scale della metro, mi sembra che da lontano mi stia guardando, come se volesse ancora dirmi qualcosa. In un lampo penso a quanto sia importante tentar di parlare (di cose da VENTI, come fanno ad esempio questi ragazzi), contenendo le logiche di etichetta e mercato del mezzo che si usa; a quanto le cose che fanno gli uomini siano diverse anche quando sembrano uguali, perché oltre il mezzo rivelano un’anima; a quanto siano importanti i mezzi e i canali nel rivelare o nascondere quest’anima. E vorrei quasi tornare indietro, riaprire la comunicazione stroncata dall’inespressiva combinazione mascherina/occhiali da sole sul mio volto, e ricominciare a parlare di una straordinaria quantità di cose che mi rendo conto fare parte dei VENTI.

Poi mi viene in mente che Lorenzo è lontano, io porto gli occhiali scuri e sono molto miope. Quindi imbocco di corsa le scale e dopo i tornelli inizio a scrivere: Canale di Venti (Profilo di Venti su Instagram) è molto più di un canale YouTube…”

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