12 dicembre, pasolini
Cinema,  Spettacolo

12 Dicembre: Piazza Fontana vista da Pasolini

12 Dicembre: la strage di Piazza Fontana

Era il 12 dicembre 1969 quando, nel cuore di Milano, è esploso un ordigno contenuto all’interno di una valigetta, che ha causato 17 morti e 85 feriti. Un evento che, nel periodo degli anni di piombo, ha segnato la storia del capoluogo lombardo, al punto che ancora oggi è possibile vedere l’insegnata della Banca Nazionale dell’Agricoltura di Piazza Fontana, luogo della strage.

12 dicembre, pasolini
La facciata della Banca Nazionale dell’Agricoltura

La questura di Milano, al tempo, era guidata da Marcello Guida, Antonino Allegra e il commissario Luigi Calabresi. Nel corso delle indagini, la polizia ha arrestato l’anarchico Pietro Valpreda e Giuseppe Pinelli; il corpo di quest’ultimo è precipitato da una finestra del quarto piano della Questura la notte del 15 dicembre 1969.

Fu questo la goccia che fece traboccare il vaso e diede inizio a una serie di attacchi violenti, sostenuti in primis dal movimento Lotta Continua, contro il commissario Calabresi, che venne ritenuto responsabile dell’assassinio di Pinelli.

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L’interno della Banca Nazionale dell’Agricoltura

12 Dicembre: il film di Pier Paolo Pasolini

Fu proprio Lotta Continua ad avvicinare Pier Paolo Pasolini per girare un documentario di denuncia, che accettò, nonostante non condividesse appieno certi aspetti dell’ideologia del movimento, ma il cui idealismo lo attraeva. Obiettivo dell’intellettuale era fotografare il momento storico di un’Italia che aveva perso la sua innocenza.

Pasolini venne contattato da Goffredo Fofi e Giovanni Bonfanti di Lotta Continua, i quali si recarono a Caserta sul set de Il Decameron per incontrarlo. Si trattava di un progetto documentaristico dedicato agli operai della FIAT, muovendosi attraverso tutta l’Italia, da Nord a Sud.

Accettai perché ero disgustato dal cinema militante fatto di “manifestazioni, botte, assemblee” (P.P.P.)”

12 dicembre, pasolini
Lotta Continua

Pasolini girò le sequenze ambientate a Milano, le quali mostrano le manifestazioni avvenute a un anno dalla strage di Piazza Fontana, e le interviste a proposito dell’assassinio di Giuseppe Pinelli, tra cui quelle alla madre Rosa Malacarne e alla moglie Licia Rognini.

Eppure, inizialmente, il nome dell’intellettuale italiano non compare tra gli autori, questo per evitargli ulteriori problemi con la magistratura. Infatti, un anno prima del rilascio di 12 Dicembre, Pasolini venne denunciato per istigazione a delinquere e apologia del reato per via del supplemento di Lotta Continua “Proletari in divisa” e per via della sua firma nella lettera aperta su L’Espresso, nella quale Luigi Calabresi veniva accusato di essere stato il torturatore di Pinelli.

Gli avvocati che l’hanno visto mi hanno detto che era pericolosissimo, che mi avrebbero messo in prigione. E allora abbiamo trovato una formula per cui il mio nome ci fosse, perché chi voleva capire capisse, ma formalmente non potessero procedere contro di me.

Il documentario non venne, inoltre, visto di buon occhio da parte di Lotta Continua, la quale si aspettava un girato in linea con il cinema militante italiano classico, che esponeva una tesi preconcetta e basta. Pasolini, però, non era la figura adatta a mostrare questo cinema, che, anzi, trovava mediocre e settario, per cui la tesi esposta è finita per essere aperta, in grado di poter essere discussa e non accettata per quello che è.

12 dicembre, pasolini
Pier Paolo Pasolini

12 Dicembre venne presentato alla Berlinale del 1972 e proiettato all’interno del circuito culturale dei Circoli Ottobre, per essere poi pubblicato in videocassetta solo nel 1995.

Perché ho fatto questo film insieme a un gruppo di giovani compagni di Lotta Continua? Il perché c’è sicuramente, ma, per essere sincero io non lo so dire. Ho criticato a suo tempo, con violenza e forse con inopportunità, l’azione politica dei giovani: molte di quelle mie critiche si sono sfortunatamente rivelate giuste, e non ne abiuro.

Tuttavia mi sembra che la tensione rivoluzionaria reale sia vissuta oggi dalle minoranze di estrema sinistra. La critica globale e quasi intollerante che queste esprimono contro lo stato italiano e la società capitalistica mi trovano completamente d’accordo nella sostanza, anche se non spesso sulla forma. Perciò, fin che ne sono capace, e ne ho la forza, è ad esse che mi unisco…

Pier Paolo Pasolini non può essere designato come l’unico autore di questo documentario, opera in parte anche di Giovanni Bonfanti, ma è colui che si è occupato delle parti relative alla strage di Piazza Fontana.

12 dicembre, pasolini
Prima pagina del Corriere della Sera (13 dicembre 1969)

Conclusioni, 12 Dicembre è il documentario di Pier Paolo Pasolini sulla Strage di Piazza Fontana a Milano

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