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Attualità

7 anni fa il Terremoto ad Amatrice: Tra ricostruzione e macerie

Terremoto di Amatrice, morivano 303 persone: A sette anni dalla distruzione

Il 24 agosto 2016,  un terremoto  colpì Amatrice con una magnitudo di 6.0, scatenando una degli eventi sismici più forti del secolo in Italia.  Furono colpiti ben 140 comuni e circa 600mila persone furono coinvolte.

Terremoto di Amatrice, 7 anni dopo

Il terremoto di Amatrice del 2016  fece 303 vittime, 299 delle quali vennero ritrovate morte sotto le macerie la notte tra il 23 e il 24 agosto. Le altre quattro, vennero a mancare nei mesi successivi al disastro per traumi riconducibili al sisma. 388 i feriti, circa 41 mila gli sfollati tra Lazio, Marche, Umbria e Abruzzo. A cinque anni dal sisma per molti di loro il ritorno a casa è ancora lontano. Il territorio, man mano ha ricominciato a ripopolarsi,  in un processo di ricostruzione che dopo le solite procrastinazioni, inutili rinvii di responsabilità e decisioni non prese, sembra essere partito solo negli ultimi 12 mesi.

Terremoto di Amatrice: Le considerazioni sulla prevenzione a distanza di 7 anni

Inaspettato, o forse non preso in considerazione. ma  gli esperti sanno bene che in Italia si registrano in media 20-25 terremoti distruttivi al secolo. Secondo la statistica è ragionevole attendersi un evento ogni 4-5 anni, al quale bisognerebbe prevenire con le adeguate misure e precauzioni.

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Non siamo in grado di prevedere dove e quando sarà il prossimo evento sismico per la sola ragione che ancora non conosciamo sufficientemente tutti i parametri e le condizioni fisiche che portano all’enucleazione di un terremoto. Sappiamo, però, che questo obiettivo è possibile” spiega il presidente Ingv Carlo Doglioni. Ancora più importante di una possibilità di previsione però, è il dovere – innanzitutto umano – di predisporre i mezzi già esistenti e ben conosciuti per ridurre al minimo la gravità ed i rischi. L’arma più potente quindi, oltre migliorare le conoscenze scientifiche, è la divulgazione e la diffusione della cultura della prevenzione.

Risorgere dalle macerie

E’ estate, ora i tavolini dei bar e gli alberghi sono pieni. Dopo il periodo feriale però, ritorna tutto come prima. Desolato. E’ dalle 3 e 36 della notte del 24 agosto del 2016 che ad Amatrice tutto si è fermato. due anni fa, alle 11, al campo sportivo della cittadina si svose la messa in suffragio con la partecipazione di Mario Draghi, ma “ricostruzione” non è solo il ricordo dovuto delle vittime e quello delle case crollate. Significa tutta una struttura civile e sociale che ormai si è persa forse per sempre.

Meloni oggi non sarà ad Amatrice, dopo diciassette giorni di riposo nelle masserie pugliesi , a parte delle fumose dichiarazioni su cambiamento di passo, non ci sarà a commemorare la tragedia, forse dovrà finire di leggere il libro di Vannacci

Il problema è che il tempo passa, e molti di quelli che sono andati via non tornano indietro. Il sociologo, ricercatore dell’Università di Urbino Nico Bazzoli spiega che l’Italia è già in contrazione demografica e che le aree interne soffrono per diversi motivi dal dopoguerra. “A mancare è un’idea di economia sostenibile e in grado di far tornare le persone” dice.

La retorica del turismo

Nelle zone colpite dal sisma, si viveva di agricoltura povera e solo ultimamente sta prendendo piede il turismo. Questa però, non può essere una soluzione. Le ricadute troppo concentrate ed a guadagnarci, insomma, sono solo alcune categorie (ristoratori, albergatori, chi affitta le case).  Oltre a chi vive grazie ai turisti,  sono rimaste le fasce più deboli, quelli che non hanno avuto modo o che non hanno la disponibilità per andare via.  Non a caso tra un concertone nel parco nazionale, una convention di auto d’epoca tra le macerie, una sagra di prodotti tipici e altre amenità dotate di sponsor importanti, a rimetterci sono quasi sempre le iniziative che nascono dal basso. È il caso del Montelago Celtic Festival di Serravalle di Chienti, in provincia di Macerata: gli organizzatori sono arrivati a parlare esplicitamente di «ostilità da parte delle istituzioni».

Terremoto di Amatrice: cosa è stato fatto

Il commissario alla Ricostruzione – il quarto in sette anni, l’unico che sin qui ha visto due anniversari della prima scossa – Giovanni Legnini può essere soddisfatto del suo lavoro. «La ricostruzione prosegue, i segnali sono positivi», dice. I numeri lo confermano e bisogna dire che nell’ultimo anno è stato fatto molto più che in tutti e quattro i precedenti. Sono state eseguite 20.700 domande di ricostruzione (+60% nel 2021), 10.263 cantieri autorizzati, 2,7 miliardi di euro di finanziamenti accordati. Cinquemila interventi già conclusi, 12.000 unità abitative restituite ai cittadini, 13.000 in via di ristrutturazione.

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La rinascita dell’Appennino è ancora in corso e rimane incerta. “I centri storici saranno ricostruiti dove erano, ma non esattamente come erano” – spiega Legnini.  L’intenzione è quella di garantire ai cittadini edifici moderni e sicuri, anche in termini di efficienza energetica. Il tutto con il riguardo dovuto per l’ambiente, il paesaggio e le caratteristiche storiche e architettoniche degli edifici.

Conclusione Il 24 agosto 2016, un terremoto colpì Amatrice con una magnitudo di 6.0, scatenando una degli eventi sismici più forti del secolo in Italia.

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