Musica

AEHAM AHMAD, IL PIANISTA SIRIANO CHE HA COMMOSSO IL MONDO

La musica di Aeham Ahmad, il messaggio dirompente e magico di disperazione, sogno di libertà e di pace, ha commosso tutto il mondo.

Il pianista Aeham Ahmad, con la note del suo piano suonate in mezzo alle macerie,  ha attirato la nostra attenzione e fatto leva sui sentimenti di empatia e impotenza che proviamo ogni volta che vediamo come si vive nei campi profughi, in questo caso siriano, nelle zone di guerra. E che ci ha dimostrato come le note di un pianoforte possano portare, anche solo per pochi attimi, la magia della normalità, o possano far viaggiare col pensiero chi da quei campi non può uscire perché ha perso tutto per via della guerra.

«We all believe in the same GodMuslims, Jews, Christiansand one of the messagges is have faith in me,  with patience and love we can save the world – although the situation in Syria is very desperate »(Tutti crediamo nello stesso Dio- musulmani, ebrei e cristiani- e uno dei messaggi è quello di avere fiducia e credere in me, con la pazienza e con l’amore possiamo salvare il mondo, nonostante la situazione in Syria sia davvero disperata), parola di Aeham Ahmad.

Le note di un pianoforte, a volte, possono essere più forti dei fischi assordanti dei missili che precipitano o delle bombe che esplodono nelle zone di guerra. Non è la fantasia di un pacifista, né la poesia di un film d’autore. È la storia del pianista Aeham Ahmad, che il 6 gennaio torna in Italia dopo lo straordinario debutto, lo scorso novembre, in provincia di Parma per il Barezzi Festival.

Ormai noto in tutto il mondo come il leggendario pianista di Yarmouk, campo profughi palestinese alle porte di Damasco dov’è nato nel 1989, Aeham Ahmad inaugura la sua prima tournée italiana il 6 gennaio a Locorotondo (Ba), per proseguire il 7 gennaio all’Auditorium Parco della Musica di Roma, il 22 gennaio a Mestre, il 27 a Taranto, il 2 febbraio a Firenze e il 4 febbraio ad Aosta. Un’occasione imperdibile per conoscere e ascoltare la malinconia dell’esilio di un pianista che concepisce la musica come un’arma per costruire la speranza di un mondo diverso.

Classe 1989, Ahmad è stato il primo artista a ricevere il Premio Beethoven, nel 2015, per il suo impegno in favore dei diritti umani. Nell’agosto 2016 è uscito “Music for hope”, il suo primo album composto da 18 tracce che raccontano il dramma della guerra in Siria attraverso una musica “classica”, dallo stile pienamente occidentale, armonicamente congiunta con i versi e la melodia del canto arabo. Un incontro sorprendente che si traduce in un universo musicale inedito e affascinante.

Come racconta Ahmad:“Music for hope è dedicato al mio popolo, che vuole vivere libero ma non ha alcuna voce”.

Le immagini di Aeham Ahmad al pianoforte, tra le macerie dei bombardamenti alla periferia della capitale siriana, hanno, dicevamo commosso il mondo intero. Lì Ahmad suonava ogni giorno un pianoforte montato su un carretto, circondato da bambini che lo accompagnavano con il canto. Una forma di resistenza alla guerra, il sollievo della musica contro il mortifero frastuono del conflitto militare. Il giorno in cui i miliziani dell’Isis gli hanno bruciato il pianoforte – perché la musica occidentale è considerata peccato mortale – e ucciso uno dei bambini che stavano intorno al piano, Ahmad ha deciso di lasciare il suo paese e fuggire verso l’Europa attraverso la rotta balcanica, insieme a migliaia di altri migranti. Fino all’arrivo in Germania, dove acquisisce lo status di rifugiato, inizia a suonare nei teatri, incontra Angela Merkel, pubblica il suo primo album e vince il Premio Beethoven. A questo proposito, vi riportiamo l’articolo del The New York Times.

Attualmente sta lavorando al suo secondo album e alla sua autobiografia, entrambe in uscita nel 2017.

Una storia eccezionale e unica e allo stesso tempo molto simile a quella di tanti esseri umani in fuga dalla guerra, costretti a lasciare le proprie radici alla ricerca di un futuro migliore, o, più spesso, di un futuro e basta. Ahmad quel futuro lo ha trovato, in Europa, culla di quella musica classica che ha scoperto da piccolo a Damasco, e che gli ha salvato la vita.

 

Vuoi ricevere Mam-e direttamente nella tua casella di posta? Iscriviti alla Newsletter, ti manderemo un’email a settimana con il meglio del nostro Magazine.

CLICCA QUI PER SAPERNE DI PIÙ!