andrea_incontri.jpg
Moda

Andrea Incontri: normalità artigianalità nel futuro della moda

Andrea Incontri, stilista ma anche direttore creativo di Tod’s, è protagonista, con la sua omonima maison, dell’87° edizione di Pitti Uomo. Dopo quattro anni di assenza è tornato alla manifestazione fiorentina rivestendo il ruolo di Designer Project con una sfilata a Palazzo Corsini. Ci ha raccontato qual è la sua idea di moda e come vede l’uomo del 2015. Basta eccessi, è il momento della normalità.

La tua formazione parte dall’architettura e dal design. Quando hai capito che è la moda il settore in cui meglio esprimi la creatività?

La passione per la moda è radicata nella tradizione della mia famiglia. Nasce dai racconti dei miei genitori sulla sartoria dei miei nonni. Penso che rappresenti il dialogo tra funzione ed estetica.

I tuoi canoni stilistici rimandano all’essenzialità e alla linearità. Credi che la tendenza alla sobrietà dopo tanti anni di eccessi possa essere la chiave per il prossimo 2015?

La mia visione estetica trae ispirazione dalla normalità, comportamento e distinzione. Voglio realizzare al meglio i miei prodotti e soprattutto voglio esprimere la sartorialità e le caratteristiche della manifattura.

Nel 2009 hai fondato il marchio che porta il tuo nome, nel 2010 è arrivata la vittoria del concorso “Who Is On Next?”, poi Pitti e le sfilate milanesi. Cosa ti senti di consigliare ad un “emergente” che vuole intraprendere la stessa carriera?

Ho iniziato questo percorso sapendo che non sarebbe stato facile e che avrei dovuto fare affidamento solo sulle mie forze. Ecco perché sono molto rispettoso nei confronti di coloro che intraprendono questa strada con sforzo artistico e proseguono con tenacità nonostante le molte difficoltà.

Dopo gli scandali degli ultimi tempi, la clientela ha alzato l’attenzione sulla provenienza dei prodotti e su un “made in Italy” che sia veramente tale. Come si riesce ad interfacciare un marchio giovane come il tuo ai costi che richiede un prodotto realizzato completamente in Italia?

Tutti i miei prodotti sono interamente realizzati in Italia. I tessuti, i dettagli e la passione sono i miei punti di forza. Collaboro con diverse aziende in Italia per esprimere la mia idea di artigianato e di made in italy. Nonostante le difficoltà si tratta di un mio tratto distintivo e rimarrà tale.

Sei Designer Project di Pitti Uomo 87, dove presenti la Collezione Uomo di abbigliamento e accessori Autunno/Inverno 2015-2016, a che cosa hai pensato per la performance?

Ho pensato di reinterpretare il prodotto iconico del brand: l’accessorio.

Il must have per il prossimo autunno/inverno?

Ma più che in un prodotto singolo identifico il mio tratto distintivo in un concetto, una visione di prodotto. Questa visione si declina perfettamente nella pelletteria unisex, sfoderata, leggera.

Sei direttore creativo di Tod’s dal giugno 2014, come riesci a conciliare questo ruolo con quello del tuo brand?

Entrare a far parte del gruppo creativo di Tod’s, in qualità di creative director per le collezioni uomo non è solamente un onore ma una vera e propria sfida. Qualità, italianità e contemporaneità sono valori di Tod’s che già fanno parte della mia personale visione dell’uomo. Il mio intento è quello di svilupparle, tenendo sempre presente l’importanza delle radici di un brand ricco di storia e di artigianalità̀.

Perché Milano?

Milano mi ha permesso di crescere e di raggiungere determinati obiettivi.

Quali sono i tuoi luoghi della città?

L’Arco della pace come monumento storico. E il Crepaccio per il cibo.

NEWSLETTER

Vuoi ricevere Mam-e direttamente nella tua casella di posta? Iscriviti alla Newsletter, ti manderemo un’email a settimana con il meglio del nostro Magazine.

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER!