Arthur Rimbaud – il poeta maledetto 1854
Il 20 ottobre 1854 nasceva a Charleville il “poeta maledetto” Arthur Rimbaud, del quale oggi vi proponiamo le frasi più belle.
Il poeta maledetto Arthur Rimbaud
Arthur Rimbaud nasce a Charleville (Ardenne, Francia) il 20 ottobre 1854. Nel 1862 entra all’Istituto Rossat, dove si distingue come studente modello e riceve numerosi premi e riconoscimenti. La madre decide successivamente di trasferirlo al Collegio di Charleville e, nel 1869, il «Moniteur de l’Enseignement secondaire» pubblica tre componimenti in latino del ragazzo. Sono Ver erat, L’Ange et l’enfant e il Jugurtha, il quale che ottiene anche il primo premio al Concorso accademico.
Nonostante il suo promettente futuro, Arthur ha un animo inquieto e ribelle, che lo porta a fuggire da casa più volte. Nel 1871 conosce Paul Verlaine, un altro poeta. La loro complessa e tormentata relazione ha ispirato perfino un film, Poeti dall’inferno della regista Agnieszka Holland, in cui Arthur viene interpretato da Leonardo DiCaprio.
Arthur Rimbaud, insieme a Charles Baudelaire e Gérard de Nerval, è una delle figure che più ha contribuito alla trasformazione del linguaggio della poesia moderna. Tra le sue opere: Premières proses, Lettre du baron Petdechèvre, Derniers vers, Une saison en enfer e Illuminations.
Il poeta si spegne il 10 novembre 1891, poco dopo il suo 37° compleanno.
Le frasi più belle
- L’amore è da reinventare, si sa.
- Io dico che bisogna essere veggente, farsi veggente. Il Poeta si fa veggenteattraverso una lunga, immensa e ragionata sregolatezza di tutti i sensi.
- La morale è la debolezza del cervello.
- I pugni nelle tasche rotte, me ne andavo con il mio pastrano diventato ideale; sotto il cielo andavo, o Musa, a te solidale; oh! là là! quanti splendidi amori sognavo!
- Nelle ore d’amarezza immagino sfere di zàffiro, di metallo. Sono padrone del silenzio. Perché mai una parvenza di spiraglio dovrebbe illividire all’angolo della volta?
- Soltanto l’amore divino concede le chiavi della scienza.
- Mi annoio molto, sempre; anzi, non ho mai conosciuto nessuno che si annoi quanto me.
- Questa lingua sarà anima per l’anima, riassumerà tutto: profumi, suoni, colori; pensiero che uncina il pensiero e tira.
- No, a diciassette anni non si può essere seri.
- La vita è la farsa che dobbiamo recitare tutti.
- L’inferno non può intaccare i pagani.
- Mi sono disteso nel fango. Mi sono asciugato al vento del delitto. E alla follia ho giocato qualche brutto tiro.
- Che zitella divento, se mi manca il coraggio di amare la morte!
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