Spettacolo,  Attualità

ATTENTATO DI NIZZA: LA FRANCIA ANCORA SOTTO ATTACCO

Attentato di Nizza: sale il numero dei morti per lo sconvolgente attacco di ieri sera. Più di ottanta le vittime accertate al momento. La paura e lo shock per l’ennesima strage

Un fuorionda e una deviazione dovuta: MAM-E è un sito di cultura e intrattenimento, ma non possiamo evitare di occuparci dell’attentato di Nizza, dell’ennesimo sconvolgente attacco terroristico accaduto in terra di Francia: al momento le vittime confermate sono 84, moltissimi i feriti e quattro gli italiani dispersi. Sono passate 14 ore da quando un camion ha falciato a tutta velocità la folla accalcatasi sul lungomare della città balneare, per la festa dedicata al giorno della liberazione: la presa della Bastiglia. Un’attentato di matrice quasi certa: responsabile l’Isis, che ha celebrato ma non ancora reclamato ufficialmente l’azione. Questo il messaggio di Francois Holland su Twitter: “La Francia è afflitta, inorridita da questa tragedia, questa mostruosità, ma è una nazione forte e lo sarà sempre più dei fanatici che oggi vogliono colpirla“.

Dopo gli attacchi di gennaio, quello avvenuto in Belgio lo scorso marzo e l’attentato di Nizza di ieri, molti si chiedono come dovrebbero reagire le autorità e come  dovremmo farlo individualmente. Una cosa pare certa: sembrano oggi quantomai inadatte facili analisi socio-politiche che invitano a una immediata risposta bellica per difendere l’Occidente, o generiche accuse contro una religione, quella musulmana, indicata come portatrice di imbarbarimento e di follia. E’ da tempo che l’Europa è al centro dell’orrore: è necessario capire sempre più a fondo cosa sottende a questi atti, mettendo profondamente in discussione le nostre più consolidate certezze, trovare l’occasione per affrancarsi dalle stanche retoriche politiche e giornalistiche che spesso ammansiscono e poco altro, confondendo le acque. L’avvento dell’Isis è – purtroppo – l’evento che apre e caratterizza il nuovo secolo e l’ulteriore conferma che non siamo affatto giunti alla “fine della storia”, come preconizzò Fukuyama utilizzando quel concetto per definire il pigro procedere dell’Occidente verso un’agevole, goduta e malinconica “età della pensione”, dopo i tumultuosi conflitti del ‘900.

Per capire tutto questo, è necessario riprendere il filo dei conflitti inaugurati dagli Stati Uniti a partire dagli anni Novanta, i rapporti e gli interessi europei in Medio Oriente, la complessità di una situazione sociale e politica senza precedenti: “alfabetizzarsi”, per meglio comprendere le ragioni delle immigrazioni di massa, una tra le tante conseguenze di un sisma politico e civile che non siamo ancora pronti ad affrontare.

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