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Bufera su Chiara Ferragni a Palazzo Barberini: haters scatenati

Chiara Ferragni in visita a Palazzo Barberini di Roma. Contestata la nota influencer italiana: “marchetta pubblicitaria”

Chiara Ferragni a Palazzo Barberini: una visita che ha destato non poche polemiche sui social.

Continua il tour virtuale della Ferragni tra le meraviglie dell’Italia. La star dei social proprio in questi giorni ha festeggiato il secondo anniversario di nozze con il marito Federico Lucia, in arte Fedez.

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A darne notizia è direttamente la Galleria Nazionale d’Arte Antica Palazzo Barberini Corsini in Roma, che sul profilo officiale Facebook, scrive: “Si scateneranno polemiche? Lei è Chiara Ferragni e ha scelto di visitare Palazzo Barberini per scoprire uno dei più importanti musei romani. E voi quando verrete a scoprire le nostre meraviglie?“. La provocazione è stata colta dagli haters. E come se non aspettassero altro.

Scrive un utente: “La Ferragni non ha scelto di visitare Palazzo Barberini, ma avete sottoscritto un contratto di collaborazione remunerato. Lo sappiamo tutti, ma trovo corretto precisarlo.” L’influencer non ha nascosto la marchetta (non può farlo) sottolineando che la sua presenza, in galleria, è frutto di una collaborazione remunerata.

 

Ferragni a Roma: un beneficio per l’arte?

Sta di fatto che qualsiasi cosa faccia Chiara se ne trae beneficio. A testimoniarlo è il boom di visitatori degli Uffizi che, a seguito di un #supplied con la Ferragni, ha registrato un +27% di giovani visitatori.

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“Istituzioni che si inginocchiano alle influencer”, lapidario il critico d’arte Daniele Radini Tedeschi

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Caravaggio e Ferragni insieme? Ma chi è questo direttore? Daniele Radini Tedeschi non ci sta: un’istituzione che cala le braghe all’ultima (o la prima) influencer mentre gli studenti di arte sono costretti a pagare il biglietto.

Ca**o vi laureate a fare in Storia dell’arte, in beni culturali se tanto i primi musei calano le braghe di questo paese ormai a rotoli calano le braghe, perché quello è il termine [..] La cultura italiana è ridotta veramente in un letamaio“, urla il critico d’arte.

L’arte si piega al marketing? Il caso Chiara Ferragni a Palazzo Barberini

Alla luce delle discussioni social questa domanda è doverosa: fanno bene i musei statali e pubblici sponsorizzare il bene culturale d’Italia pagando qualcuno per fare pubblicità ad un Caravaggio piuttosto che ad un Bernini? Non sarebbe forse meglio reintrodurre la Storia dell’Arte nei programmi scolastici contravvenendo alla riforma dell’istruzione voluta dall’ex ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini? 

 

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