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Colpo di Stato in Sudan: arrestati premier, ministri e consiglieri. Internet fuori uso

Colpo di Stato oggi in Sudan: arrestati il premier, ministri e consiglieri. Restrizioni sulle telecomunicazioni sono già messe in atto

È un gruppo di militari non identificati a mettere in atto un colpo di Stato in Sudan. Arrestano il premier, i ministri dell’industria e dell’Informazione e un consigliere del premier.

Il colpo di Stato

Nelle prime ore di questa mattina, lunedì 25 ottobre, un gruppo di militari non identificati arresta il premier del Sudan Abdallah Hamdok. Prendono di mira la sua abitazione, la mettono sotto assedio, e mettono agli arresti domiciliari il premier, che era impegnato da due anni nella transizione democratica del Paese verso un governo civile. A riferire del colpo di stato sono la Bbc e Al Hadath Tv, citata da Al Jazeera, rete televisiva del Qatar. Qualche momento dopo arriva anche la notizia di successivi arresti. I ministri dell’Industria e dell’Informazione subiscono la stessa fine del premier, così come un consigliere e il portavoce del premier Abdallah Hamdok.

Chi sono le vittime del colpo di Stato in Sudan, i nomi

Chi cade nelle mani dei militari sudanesi attori del colpo di Stato è in primis il premier Abdallah Hamdok. Sono arrestati anche il ministro dell’Industria, Ibrahim al-Sheikh, il ministro dell’Informazione, Hamza Baloul, il consigliere per i Media del primo ministro, Faisal Mohammed Saleh. Sono stati arrestati anche il portavoce del Consiglio sovrano al governo del Sudan, Mohammed al-Fiky Suliman, e il governatore della capitale Khartoum, Ayman Khalid.

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In foto il premier del Sudan Abdallah Hamdok

Le telecomunicazioni sono interrotte

Oggetto del colpo di stato oggi in Sudan, sono anche le telecomunicazioni e Internet. Al Jazeera, fa sapere che “l’accesso alle telecomunicazioni è stato limitato”, e che quindi recepire e ottenere informazioni e aggiornamenti dal Sudan diventa più difficile. Internet è stato tagliato in tutto il Paese. Fonti del ministero dell’Informazione, sono riusciti a comunicare, che le forze militari hanno fatto irruzione nella sede della radio e tv sudanese, conquistando così gli schermi e Internet. Queste fonti, che non sono ancora state arrestate, fanno sapere i soldati golpisti hanno portato via anche dei dipendenti della sede.

A Khartoum, il colpo di Stato oggi

È proprio a Khartoum, capitale del Sudan, dove la situazione è più tesa. Fonti, riferiscono che strade e ponti verso la capitale sono state chiuse. Anche l’aeroporto di Khartoum non vede voli in partenza: i militari sudanesi sono riusciti a bloccare anche quello. Alcuni dimostranti si sono radunati nelle strade della capitale in protesta per gli arresti, per mano dei militari golpisti.

Le prime risposte internazionali

Arrivano le prime risposte e reazioni dagli Stati Uniti: un tweet dell’inviato per il Corno d’Africa Jeffrey Feltman cita quanto gli americani siano “fortemente allarmati”. La Lega Araba esprime “profonda preoccupazione”. Così come l’Unione Europea. L’Alto rappresentante Ue per la Politica estera Josep Borrell:

seguiamo con la massima preoccupazione gli eventi in corso in Sudan. L’Ue invita tutte le parti interessate e i partner regionali a rimettere in carreggiata il processo di transizione.

Un mese fa un tentativo di colpo di Stato

Risale solamente a un mese fa, un tentativo di colpo di Stato in Sudan. Era stato sventato un golpe attribuito ai seguaci e nostalgici del dittatore Omar al-Bashir, deposto nel 2019. Proprio in queste ultime due settimane nelle piazze principali della capitale si erano alternate delle manifestazioni pro-democrazia, con proteste di gruppi a favore di un nuovo Golpe, che questa mattina è appunto avvenuto. L’avevano quindi già anticipato? Era prevedibile? Il fatto rimane che alla vigilia di nuove elezioni democratiche previste per il 2023, il Sudan vede il ritorno dei militari al comando.

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