Milano

DALLA BELLE ÉPOQUE ALLA GRANDE GUERRA, IL SIMBOLISMO IN MOSTRA A MILANO

Nato ufficialmente in Francia il 18 settembre del 1886 con la pubblicazione del manifesto redatto da Jean Moréas su Le Figaro è il simbolismo. Una corrente artistica e letteraria, in contrapposizione con il neoclassicismo e il naturalismo, la cui tendenza è non rappresentare il mondo così come viene visto, ma creare un universo fatto di sogno, mito, enigma e mistero, carico di allusioni metaforiche. Il risultato sono immagini spesso inquietanti, come raccontato nella mostra a Palazzo Reale di Milano, circa centocinquanta opere fra dipinti sculture e grafiche provenienti da istituzioni museali italiane e straniere e collezioni private.

La mostra divisa in ventiquattro sale per diciotto sezioni è un viaggio fra Ottocento e Novecento per cogliere l’essenza del movimento e la grande influenze che artisti come Gustave Moreau, Franz von Stuck, Max Klinger hanno esercitato sui pittori italiani come Giovanni Segantini e Galileo Chini. Sempre dando grande rilievo ai miti e ai temi che coincidevano con i grandi valori universali della vita e della morte, dell’amore e del peccato, alla costante ricerca dei misteri della natura e dell’umana esistenza.

Passando dalla dimensione onirica di Fernand Khnopff alle ardite invenzioni iconografiche di Klinger, fino al ciclo pittorico Il poema della vita umana, realizzato per la Biennale del 1907 da Giulio Sartorio, si ha una visione completa di uno dei movimenti artistici più importanti a cavallo fra XIX e XX secolo.

IL SIMBOLISMO. Arte in Europa dalla Belle Époque alla Grande Guerra

Fino al 5 giugno 2016

Palazzo Reale, Milano

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