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Deep to the modern. Manifesta 9

Pochi giorni fa la cittadina di Genk, in Belgio, ha aperto le porte alla nona edizione di Manifesta, biennale nomade di arte contemporanea. Sembra che la struttura del progetto sia stata colata all’interno di un enorme numero tre. Tre i curatori, tre le sezioni, tre i piani. Tutto corrisponde a una specie di logica aritmetica. Deep to the Modern, titolo della mostra, sceglie come filo conduttore il carbone, materia che in passato veniva estratta proprio nella sede scelta quest’anno. E da questo tema nasce l’idea della triade curatoriale composta da Cuauhtémoc Medina (1965, Città del Messico) Katerina Gregos (1967, Atene) e Dawn Ade (1943, Londra), che propone di far dialogare l’arte con il centro vitale della cittadina di Genk, la miniera di carbone di Waterschei.

In un’imponente cattedrale industriale, rigorosa e lineare, si snodano le tre diverse sezioni che riflettono sull’oggetto-carbone: 17 Tons, con riferimento all’opera di Marcel Duchamp Sixteen Miles of String (1942), The Age of Coal, un viaggio tra opere vicine all’epoca industriale, comprese tra il 1800 e i primi del Novecento e, Poetics of Restructuring, in cui trentanove artisti riconsiderano gli effetti prodotti dal sistema economico e produttivo del ventunesimo secolo. Se lo spazio di 17 Tons si presenta buio e tetro, portatore di memorie della miniera, la sede di The Age of Coal ricorda un white cube in cui percorrere la storia della rappresentazione artistica legata allo sviluppo industriale. Nomi come Kendell Geers, David Hammons, Christian Boltanski lasciano il posto a Max Ernst e Jan Habex, per poi reincontrare e dialogare, nella terza sezione, quella contemporanea, con Jeremy Deller, Mike Figgis, Keith Pattinson e Edward Burtynsky.

Marcel Duchamp, Richard Long, Marcel Broodthaers e il loro carbone (1200 sacchi, sul pavimento a formare un lungo tappeto e piccoli cumuli di fossile nero) funzionano da cardini imprescindibili e, non solo riescono ad unire le diverse generazioni, ma creano una sorta di piccola oasi all’interno dell’esposizione, in cui riflettere su cambiamenti e sviluppi avvenuti a causa dell’industrializzazione e la nascita della modernità.

Manifesta 9. Deep to the Modern
Genk, Belgio
fino al 30 settembre 2012

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