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Diego Della Valle a Otto e Mezzo: imprenditori e covid

Il patron di Tod’s, Diego Della Valle, parla della crisi nel settore della Moda a causa del Coronavirus, di lockdown e del governo.

Intervistato ad Otto e Mezzo su La 7, Diego Della Valle, capo di Tod’s, ha parlato della crisi nel settore della moda, fortemente colpito dall’emergenza sanitaria Covid.

Diego della Valle a Otto e Mezzo

Ospiti da Lili Gruber: Marco Travaglio, direttore de Il Fatto Quotidiano, e Diego Della Valle, capo di Tod’s groups. Il tema trattato dagli ospiti è l’attuale emergenza sanitaria e il suo impatto sul lavoro degli imprenditori.

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Della Valle a Otto e Mezzo non si è espresso in merito alla possibilità di un nuovo lockdown, sostenendo che sarebbe più opportuno lasciare la parola a chi davvero è competente, onde evitare di creare falsi allarmismi. Ma è sicuro che un nuovo lockdown sarebbe devastante per l’economia. Molti settori infatti, sono praticamente fermi da mesi. E un settore particolarmente colpito è proprio quello della moda, di cui Della Valle fa parte. L’imprenditore marchigiano sostiene che per le imprese grandi è più facile sopravvivere e andare avanti, ed è necessario fare qualcosa di concreto nel presente per salvare il futuro. Perché un futuro ci sarà. Il mercato asiatico per il momento sembra stia rispondendo bene, ma non può chiaramente da solo sopperire a tutto il resto del mondo.

Il patron di Tod’s suggerisce cooperazione e dialogo tra imprenditori e stato. Le imprese, infatti, dovrebbero cercare di essere proattive e di prendersi le responsabilità. Il loro scopo dovrebbe essere quello di salvare i lavoratori, prima dell’azienda. Per farlo, è necessario appoggiarsi a realtà sociali locali, che partono dall’aiuto dei sindaci fino alle Caritas. Della Valle sostiene che questo non è il momento di campagne elettorali, ma è il momento di lavoro di squadra e “armonia di intenti politici” per salvare il salvabile e “accontentare un paese allo stremo”.

Perché il settore della moda è in crisi per il Covid?

Turismo, spettacolo, ristorazione e moda sono i settori che più hanno risentito della crisi dovuta alla pandemia. Infatti la moda, uno dei settori trainanti nell’economia italiana, ha registrato dei dati molto negativi. Stando alle analisi svolte dal centro studi Mediobanca, il fatturato delle multinazionali nel primo semestre 2020 è calato del 7%. Le aziende del fashion invece ne hanno perso il 28%. Il picco è del calo nei ricavi è stato però raggiunto nel secondo semestre, quando è arrivato al -41%.

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La principale causa scatenante le perdite nel settore della moda è da ricollegarsi al lockdown. Infatti, senza possibilità di uscire, i consumatori non erano spronati ad acquistare capi di abbigliamento se tanto non avrebbero potuto sfoggiarli. Inoltre, anche volendo acquistare dei capi, i negozi di abbigliamento erano chiusi. Per questo motivo, moltissimi colossi della moda, da H&M a Zara, hanno chiuso molti punti vendita.

Nel contempo, però, si è assistito ad un incremento delle vendite online. Infatti, una delle migliore strategie per non veder crollare del tutto le vendite, è stata quella di incrementare l’e-commerce. Il CEO di Bulgari, per esempio, dichiara che le vendite online nel 2019 erano il 2%, quest’anno hanno raggiunto il 18%.

Sempre Della Valle, sottolinea l’importanza di internet e della comunicazione digitale per la sopravvivenza dei brand di lusso:

l’heritage, infatti, da solo non basta più, ma deve essere veicolato utilizzando un linguaggio e dei canali specifici per arrivare a dialogare con consumatori di nuova generazione che hanno la religione del web ma magari ignorano l’esistenza di un lifestyle italiano e comprano una felpa perché la vedono indossata da un rapper.

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