Con Zegna a Wall Street, il Made in Italy debutta a New York
Il marchio di lusso della moda maschile segna la storia della moda italiana sbarcando a Wall Street
Ermenegildo Zegna arriva a Wall Street. Il gruppo italiano attivo nel settore dell’abbigliamento di lusso maschile diventa ufficialmente il primo marchio Made in Italy a quotarsi alla Borsa più famosa del mondo, il New York Stock Exchange.
Lo sbarco a Wall Street del 20 dicembre
“Siamo il primo brand italiano della moda che si quota a New York, una scelta che ci consentirà di accelerare la corsa e nella quale sono stato confortato dalla famiglia”.
Sono queste le parole di Gildo Zegna, amministratore delegato del Gruppo Zegna. Oggi 20 dicembre il marchio italiano debutta nella finanza newyorkese.
Una scelta impavida visti i cali nel fatturato riscontrati nella moda. La pandemia Covid-19 ha portato non solo un crollo monetario, bensì la chiusura di store e aziende affermate del settore. Tra queste non si vede il Gruppo Zegna, che ne esce invece trionfante. Secondo i dati forniti da Bain Consulting Group, il marchio italiano ha registrato una crescita del 30% rispetto al 2020. Un dato sorprendente, in linea con i livelli pre-Covid.
E proprio così, alle 9.30 americane il gruppo si lancia sul mercato attraverso una business combination con la Spac creata da Investindustrial e guidata da Sergio Ermotti. La famiglia Zegna rimarrà come azionista di maggioranza e continuerà la sua gestione a lungo termine dell’azienda con una quota di quasi il 66%.
Zegna a Wall Street: il trionfo del Made in Italy
È l’anno dell’Italia, e non solo secondo Gildo Zegna. Dopo i successi internazionali dell’Eurovision e delle Olimpiadi di Tokyo, anche la moda sembra rinascere.
“La moda italiana è un gioiello del nostro sistema economico e sta vivendo un rinascimento che si sta trasferendo su tutta la filiera. Credo moltissimo nell’Italia e sono orgoglioso di rappresentare un piccolo pezzo del mio Paese. Nel dramma del Covid abbiamo dato un esempio al mondo” Gildo Zegna
Una rinascita, ma anche una sfida al resto dell’Europa. Ai giganti del lusso come Louis Vuitton, Tiffany & Company e Dior. È finita l’era delle quotazioni a Milano e Hong Kong (Prada e Ferragamo), ora anche il Made in Italy punta su Wall Street.
Di Michele Micera
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