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Fashion weeks inverno 2013 Vol.1

Cose che ci sono piaciute

Una classifica semiseria delle collezioni secondo noi più innovative presentate a New York, Parigi, Milano e Londra.
Ne seguirà una di cose che ci sono piaciute molto meno.
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1. Comme des garçons
In molti hanno speculato su cosa volesse dire il lavoro di Rei Kawakubo sulla bidimensionalità. La risposta è semplice: non le piace per niente Balmain.

2. Jil Sander
L’ultimo colpo di genio di Raf Simons ha strabiliato tutti e lasciato nell’aria di Milano un vago senso di nostalgia. Il ricordo dei bei tempi in cui la città macinava creatività come una torrefazione macina arabica. New young designer where art thou?

3. Rick Owens
Il ragazzone di Los Angeles sa raccontare storie. Sarà che viene dalla mecca del cinema, sarà che da piccolo non gliele raccontava mai nessuno ma oggi è uno dei pochi che oltre a disegnare vestiti dice qualcosa all’umanità.

4. Yves Saint Laurent
Stefano Pilati ha dato una interpretazione personale della Morte del Cigno. Nel suo film non solo il cigno non muore ma sgancia bombe ai neutroni su un mondo della moda che ormai non reagisce più a nessuno stimolo.

5. Rochas
Marco Zanini ha fatto un omaggio a zia Miuccia. Gli è talmente riuscito bene da essere di gran lunga meglio dell’originale.

6. Valentino
Chiuri e Piccioli affilano i coltelli e tirano fuori un lato di Valentino di cui nessuno sospettava l’esistenza: minimale e puro. Ergo: dopo un po’ è giusto buttare le eredità troppo pesanti alle ortiche. O anche: black is the new red.

7. Trussardi
Umit Benan, quatto quatto, ha riportato elettricità a un marchio che ha cambiato troppi designer. Dire che è l’unico progetto cool di Milano pare azzardato ma siamo convinti che nel futuro ne vedremo delle belle.

8. Balenciaga
Uno che riesce a far diventare credibile una collezione che sembra disegnata da Heather Parisi è un genio del male a cui va tributato il massimo rispetto. Di vestiti ne vende pochi ma fa un sacco di bel rumore.

9. Kenzo
Si chiama coolness quella che Carol Lim e Humberto Leon hanno saputo creare in due stagioni intorno al marchio. Pensatela come volete ma è così che si vendono i vestiti.

10. Hermès
Christophe Lemaire è giovane e ha gusto da vendere. Uno che ha fatto diventare interessante un marchio come Lacoste sta riuscendo nello stesso intento con un marchio ben più polveroso e ingiallito.

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