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Ferré rimane in Italia

Lo scrive la società in una nota che precisa la posizione della proprietà. Da ottobre però si cambia sede

Gianfranco Ferré Spa non trasferisce a Dubai la propria sede ma lascerà quella storica di via Pontaccio per finita locazione. È quanto precisa la società rilevata da Paris Group in risposta a notizie apparse sui media nei giorni precedenti, fra i quali il nostro portale. La nota diffusa nel tardo pomeriggio di venerdì definisce “illazioni” le notizie circa l’imminente trasferimento della società nell’Emirato dove è posto il quartier generale del gruppo facente capo alla famiglia Sankari, ribadendo “fermamente” l’intenzione di restare a Milano. Da ottobre, dunque, verrà scelta una nuova sede, ma sempre nel capoluogo lombardo. Non è stata investita una somma “così cospicua nell’acquisto di un’azienda italiana per trasferirla in un’altra regione”, si legge nella nota.

La “somma cospicua” a cui fa riferimento la nuova Gianfranco Ferré è pari a 80 milioni di euro. A tanto ammonterebbe l’investimento effettuato da Paris Group fino ad oggi, come certificato da una società specializzata, compreso il saldo di alcuni debiti pregressi dell’azienda. Ma il vero obiettivo del lungo comunicato è la contestazione dell’operato dei tre commissari straordinari che hanno pilotato prima l’asta e poi la vendita di Ferré ai Sankari, dopo che il gruppo di Isernia IT Holding in crisi –  di cui la casa di moda milanese era una controllata – aveva avuto accesso all’amministrazione controllata. La nota fa riferimento in particolare alla gestione di alcune licenze estere ma anche al destino della storica sede di via Pontaccio. “A questo proposito –  si legge –  la disdetta del contratto di locazione dell’immobile di via Pontaccio 21 era stata concordata tra la famiglia Ferré e i rappresentanti dell’Amministrazione Straordinaria appena prima che Paris Group subentrasse nella Gianfranco Ferré, nel marzo del 2011.”

Nel ricordare che è pendente presso il Tribunale di Isernia una richiesta di sequestro conservativo del marchio – già rigettata per supposta incompetenza territoriale in prima istanza – da parte  proprio dai commissari straordinari, qualcosa evidentemente non è andato come doveva nel rapporto fra gli incaricati dello Stato e gli acquirenti con base a Dubai. Certo non ha giovato all’immagine di questi ultimi il fatto che, dopo un iniziale coinvolgimento in prima persona del figlio del fondatore di Paris Group, Ahmed Sankari, la guida della società sia stata lasciata all’inizio di luglio nelle mani di un manager di origine siriana 45enne di cui si conosce a malapena il nome, Mohamad Iyad Jalab, che avrebbe accettato l’incarico per un compenso simbolico, senza rilasciare una sola dichiarazione sul futuro della griffe.

Prendiamo comunque atto che la nuova Gianfranco Ferré – che, lo ricordiamo con piacere, presenta la collezione donna P/E 2013 lunedì sulla passerella di Milano Moda Donna – non intende andarsene da Milano e aggiungiamo che il nostro portale si rende fin d’ora disponibile a dare conto di tutte le ragioni degli altri attori di questa vicenda, compresa la Fondazione Gianfranco Ferré, presieduta da Alberto Ferré, fratello dello stilista scomparso prematuramente nel giugno del 2007. In quanto semplici cronisti, l’unica cosa che ci preme è infatti seguire con la massima accuratezza le sorti di un marchio che ha contribuito a fare la storia del made in Italy, sperando che l’attenzione dei media sia ripagata con una sua adeguata valorizzazione. Infatti, il rischio che lo straordinario patrimonio di esperienze e di saperi che costituisce l’heritage della Gianfranco Ferré venga disperso è ancora alto. Auguriamoci che tutti operino in sinergia per scongiurarlo.

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