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HIV: la nuova variante Covid è nata da un individuo sieropositivo – Fondamentale incrementare le terapie

Giornata Mondiale contro l’Hiv: la variante Covid viene da un paziente sieropositivo

In questa Giornata Mondiale contro l’Aids di oggi 1 dicembre, è fondamentale fare il punto su quella che sembra essere una stretta connessione tra il virus dell’Hiv e la nuova variante Covid. Infatti, alcuni studi dimostrano che la mancata cura delle persone sieropositive ha come possibile conseguenza la genesi di nuove varianti.

Le cure contro l’Hiv esistono, e anche in abbondanza, ma non sono distribuite equamente. Nel nostro Paese, ad esempio, l’accesso ai farmaci non avviene per mancata diagnosi di sieropositività. Sei su dieci diagnosi vengono identificate in ritardo e la situazione immunitaria dei pazienti risulta gravemente deficitaria. Questo pregiudica l’efficacia delle terapie.

Negli individui con infezioni croniche, come può essere l’Hiv, il Covid trova terreno fertile dove svilupparsi. Perciò al giorno d’oggi è più che necessario affrontare le sfide globali di salute.

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Virus Hiv e il legame con la variante Covid

In attesa di capire nel dettaglio l’impatto delle mutazioni che la variante Omicron porta con sé, gli scienziati stanno cercando di decifrarne l’origine. Infatti, potrebbe trattarsi di qualcosa che circolava da mesi o frutto di un’evoluzione più recente. Certo è che un virus può circolare più velocemente in Paesi dove la copertura vaccinale è più bassa, come il continente Africano.

In particolare, l’Hiv può giocare un ruolo importante nella nascita di nuove varianti. Alcuni studi dimostrano che infezioni croniche da Covid-19 in individui immunodepressi possono portare allo sviluppo di varianti virali. È ciò che si pensa sia accaduto in Sudafrica con la nuova Omicron.

Secondo la Professoressa Penny Moore, “la variante Omicron viene da un paziente con infezione severa da Hiv, che ha avuto il Covid per oltre 200 giorni a causa dello stato di immunodeficienza”.

Hiv e variante Covid: l’importanza della scienza

Questa emergenza ci ricorda quanto siano importanti la scienza e le terapie, affinché sia ridotta la possibilità che nascano nuove varianti in soggetti affetti da Hiv. In Sudafrica i dati sull’Hiv sono preoccupanti: 1 individuo su 5 è sieropositivo, ma solo il 70% ha accesso alle terapie.

Dunque, le due mosse più importanti sono: fare la terapia antiretrovirale a tutti i soggetti con Hiv e vaccinare l’intera popolazione mondiale contro il Covid-19.

Ma ciò che conta è di certo anche la comunicazione attorno alle delicate questioni medico-scientifiche. Guido Silvestri, professore del dipartimento di Medicina all’Emory University di Atlanta, in un post su Facebook ha tenuto a invocare prudenza nelle dichiarazioni e nelle azioni. “Evitare allarmismi, mantenere la calma e non invocare misure inutili e stigmatizzanti”, ha scritto.

Il Professore ha anche sottolineato l’aspetto etico della questione. “Ma davvero ci voleva la paura delle varianti per ricordarci l’importanza etica di vaccinare l’intera popolazione?” si legge nel suo post.

 

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Editor: Susanna Bosio

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