Dizionario Arte

Hypnerotomachia Poliphili

Libro, una sorta di romanzo in prosa filosofica, pubblicato a Venezia nel 1499, famoso come uno dei massimi capolavori dell’arte della stampa: non è mai stato superato nell’equilibrio tra testo e illustrazione (David Bland, Storia dell’illustrazione dei libri, 1958). La Hypnerotomachia fu pubblicata dal grande studioso e stampatore Aldo Manuzio (1449-1515) le cui Edizioni Aldine, fondate nel 1494, furono una delle case editrici di libri più importanti del rinascimento. I suoi libri più caratteristici erano le ‘edizioni tascabili’ (un formato da lui creato) di classici greci e romani e normalmente non erano illustrati, ma la Hypnerotomachia è sostanzialmente un volume in folio con molte *xilografie. Nel libro non compare il nome di un autore, ma ci sono elementi convincenti per attribuirlo a Francesco Colonna, un frate domenicano veneziano. Il titolo pseudo-greco può essere tradotto come ‘il sogno di una battaglia d’amore combattuta da Polifilo’ e il testo, di difficile lettura, descrive un amante che cerca la sua signora Polia (Polifilo significa ‘amante di Polia’) in un linguaggio misto di italiano, latino e greco. È stato considerato sia “un miscuglio di nonsense mistico” sia “un’allegoria di grande finezza nella quale la ricerca in sogno dell’amore perduto da parte di Polifilo simboleggia il protendersi dell’uomo verso irraggiungibili ideali spirituali” (Alan G. Thomas, Grandi libri e grandi collezionisti, 1975). Le illustrazioni, di una squisita purezza di linea, sono integrate così intimamente nel testo da far pensare che l’artista che le creò abbia lavorato a stretto contatto con gli autori e con l’editore; ma l’identità di questo artista rimane sconosciuta.
Anthony Blunt (Teoria artistica in Italia: 1450-1600, 1940) scrive della Hypnerotomachia: “I vagabondaggi del triste amante Polifilo alla ricerca della sua Polia sono accompagnati da tutte le avventure e le allegorie tradizionali dei romanzi del medioevo. Ma l’autore ha usato questa forma medievale per esprimere soprattutto la sua travolgente passione per l’antico… i palazzi descritti sono in stile antico; i monumenti sono coperti d’iscrizioni latine o greche, o di geroglifici che l’autore scrupoloso trascrive e spiega… molte delle costruzioni descritte sono in rovina, e nel parlarne l’autore tradisce uno spirito romantico… abbandonandosi a quel piacere sentimentale e malinconico delle rovine come simbolo della caducità delle cose che divenne così popolare più avanti, in particolare nel diciottesimo secolo… L’Hypnerotomachia non fu molto utile agli architetti che desideravano imparare le tecniche e le strutture delle antiche costruzioni, ma per pittori, scultori, incisori e pittori di maioliche fu una sorgente senza fine di soggetti”. Una versione in italiano, La hypnerotomachia di Polifilo, apparve nel 1545, una traduzione francese, Le Songe de Poliphile (quasi bella come l’originale), nel 1546, e una parziale traduzione inglese (un magro riflesso dell’originale) nel 1592 sotto il titolo The Strife of Love in a Dreame (Il conflitto d’amore in un sogno).

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