Arte

IL CANTORE DELL’AMERICA RURALE, EDWARD HOPPER

Cinquantotto capolavori provenienti dal Whitney Museum di New York di Edward Hopper faranno tappa a Bologna in una mostra che porta il suo stesso nome.

Tra gli interpreti più innovativi della tradizione realista d’oltreoceano, è considerato il cantore dell’America rurale, ha saputo rappresentare sulla tela la solitudine esistenziale insita nella natura stessa dell’essere umano. Donne semi vestite davanti a una finestra, pompe di benzina, letti sfatti e stanze vuote, uomini solitari al bancone del bar, sono tutti simboli di un disagio del vivere. A osservarli si percepisce il vuoto e l’immobilità. Le figure sembrano paralizzarsi davanti all’azioni, inconsapevoli di quel che cercano nell’agire quotidiano. Sono gli uomini della disillusione del sogno americano. Sono quadri tristi alla base, in realtà Hopper indica ai suoi personaggi la strada per una rinascita, per la conquista di una esistenza più consapevole.

South Carolina Morning del 1955, Second Story Sunlight del 1960, New York Interior del 1921, Le Bistro or The Wine Shop del 1909 e Summer Interior (1909), sono solo alcune delle opere che raccontano queste storie. Dipinti eccezionali tecnicamente. La sua mano, ineguagliabile, lo rende fra gli artisti più grandi della pittura del Novecento mondiale.

Edward Hopper

Fino al 24 luglio

Palazzo Fava, Palazzo delle Esposizioni, Bologna

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