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Il caso vaccini in Italia: ritardi nella distribuzione ed il licenziamento di Arcuri

Il caso vaccini in Italia: continuano i ritardi nella distribuzione, una situazione delicata e il licenziamento di Arcuri

Continua il caso vaccini in Italia e i ritardi nella somministrazione del farmaco. Nonostante la Commissione europea abbia indicato l’obiettivo di vaccinare il 70% della popolazione adulta entro i mesi estivi, questo obiettivo appare irrealizzabile: sarebbe necessario un ritmo di somministrazione sei volte superiore a quello attuale. Mentre in Paesi come Israele o Inghilterra procedono a ritmo spedito, l’Ue si trova in difficoltà. Ed il Lockdown, intanto, influisce drammaticamente sul Pil.

Il caso vaccini in Italia ed il Lockdown: una discesa del Pil inesorabile, i ritardi nella somministrazione

Una crisi profonda, quella causata dal coronavirus, che costa all’Italia un aumento del Pil del 160%. Una situazione delicata, come sottolineato anche ne La Repubblica: nell’ipotesi migliore questa situazione potrebbe stabilizzarsi nel giro di due anni. Ma se il Recovery Fund dovesse aumentare il potenziale di crescita dello 0,3% all’anno, il debito tornerebbe al livello pre-crisi in 20 anni. Se l’effetto della crescita fosse invece dello 0,6% annuo (preso come limite massimo), si raggiungerebbero i livelli pre-crisi dopo 12 anni.

Ed intanto Draghi affronta subito un doppio problema economico: da un lato la crescita debole, dall’altro le vaccinazioni in ritardo, con un ritmo troppo lento per consentire un allentamento delle restrizioni nel breve periodo con l’Italia in ritardo già di cinque settimane.

Nonostante le linee guida presenti sul sito del Ministero della Salute, continuano i ritardi nella somministrazione dei vaccini: nella tabella ufficiale si evince che il primo trimestre dell’anno (gennaio-marzo) si parlava di 14.507.000 di dosi messe a disposizione dell’Italia, tra Pfizer, Astrazeneca e Moderna. Il che si traduce in una media di 4.800.000 iniezioni al mese, sebbene ad oggi le dosi ufficiali siano minori, 3.009.454 di prime dosi (tot. 5,05% della popolazione) e 1.424.677 di seconde dosi (tot. 2,39% della popolazione), secondo gli ultimi dati del Sole24 ore.

Un quadro complicato: a partire dal V-Day (e la speranza generale), si è passati a nuove chiusure a causa delle varianti. Ma, a distanza di un anno, si comincia a vedere “la luce in fondo al tunnel“.

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Il licenziamento di Domenico Arcuri: cosa è successo. Draghi al suo posto nomina Figliuolo

La decisione è arrivata nella giornata di ieri da parte del neo Presidente del Consiglio, Mario Draghi, che ha deciso un cambio nel ruolo di commissario per l’emergenza Covid. Al posto di Domenico Arcuri è stato nominato Francesco Paolo Figliuolo, Generale di Corpo d’Armata. Subito dopo questa decisione sono arrivati anche i ringraziamenti ad Arcuri da parte del Governo, specialmente per  l’impegno e la dedizione con cui «ha svolto il compito a lui affidato in un momento di particolare emergenza per il Paese». La risposta di Arcuri non ha tardato ad arrivare: lui, che si definisce riconoscente a chi gli ha dato:

“la possibilità di occuparsi della più grande emergenza che la storia recente ricordi. Onorato di aver potuto servire il mio Paese in una stagione così drammatica. Auguro al generale Francesco Paolo Figliuolo buon lavoro, certo che saprà affrontare con competenza il compito cui è stato chiamato”.

Ma perché questa decisione? Molte le critiche contro il suo operato, come le spese per le famose mascherine FF P2: su 100 milioni di pezzi il commissario ha pagato 65 milioni in più, un prezzo raddoppiato nel viaggio di consegna dalla Cina all’Italia. Inoltre, un evidente ritardo (appunto) nella campagna di vaccinazione.

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