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Il Mozart "da camera" di Peter Brook

Al Piccolo di Milano l’anziano maestro punta all’essenza dell’opera mozartiana. All’Hangar Bicocca c’è Hamlice di Armando Punzo. Al Valle di Roma "antologica" su Valter Malosti mentre a Torino debuttano I rusteghi nel nuovo allestimento firmato da Antonia Spaliveiro e Gabriele Vacis

Dopo avere ricordato due grandi artisti scomparsi, Kantor e Pina Bausch, Milano rende omaggio a uno dei più illustri registi teatrali viventi, l’ottantacinquenne Peter Brook: il programma delle iniziative comprende un suo nuovo spettacolo, Il flauto magico, coprodotto dal Piccolo di Milano e dalle Bouffes du Nord e presentato da giovedì 24 (con due anteprime per i giovani, il 22 e il 23) al Teatro Strehler, e poi incontri, concerti a tema, e una rassegna di film che si terrà da lunedì 28 al cinema Gnomo.

Per quanto riguarda l’opera di Mozart, la messinscena di Brook – che non è mai stato un assiduo frequentatore del melodramma – fa seguito a un progetto simile realizzato negli anni Ottanta con La tragédie de Carmen: spogliare il teatro musicale dei suoi effetti, dei suoi orpelli, ridurlo a una forma essenziale, quasi "da camera" – senza l’orchestra, con il solo accompagnamento del pianoforte – per andare dritto al cuore della partitura, al suo senso profondo, che nel Flauto magico affiora dal rapporto fra vitalismo e morte.

Fra gli altri appuntamenti della settimana, da segnalare la "prima" nazionale – martedì 22, al Teatro Carignano di Torino – di Rusteghi – I nemici della civiltà, adattamento e traduzione in lingua della celebre commediadi Goldoni a cura di Antonia Spaliviero e Gabriele Vacis, che firma la regia: è una rilettura del mondo goldoniano in una luce vagamente claustrofobica, con attori maschi che incarnano anche i personaggi femminili, pure presenze sottomesse alle regole dei loro padri-mariti-padroni.

Il Teatro Valle di Roma, nell’ambito delle rassegne monografiche destinate a inquadrare i talenti della nostra scena, dedica una "personale" a Valter Malosti, regista-attore fra i più inquieti e interessanti di questi anni: da martedì 22 a domenica 6 marzo, il suo Teatro di Dioniso propone una serie di titoli importanti, La scuola delle mogli di Molière (recensione), Passio Laetitiae et Felicitatis di Testori (recensione), autore anche dei saggi artistici da cui è tratto Maddalene, e poi lo "storico" Giulietta Vox di Fellini, col ritorno di Michela Cescon, e Venere e Adone, folgorante poemetto shakespeariano (recensione).

Dopo avere accolto sporadicamente degli eventi spettacolari, fra cui I demoni di Peter Stein (recensione), l’Hangar Bicocca di Milano – imponente spazio industriale in disuso – ospita ora una stagione di esperienze ai confini dei linguaggi: per la sezione teatro, da mercoledì 23 è in scena Hamlice, straordinario spettacolo della compagnia di detenuti del carcere di Volterra che, guidati da Armando Punzo – intrecciano il "paese delle meraviglie" dell’Alice di Carroll con le atmosfere ossessive dell’amletico Castello di Elsinore (recensione).

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