Il libro di Giuseppe Montesano
Libri

IL NUOVO LIBRO DI GIUSEPPE MONTESANO.

Una delizia il nuovo libro di Montesano

Giuseppe Montesano ha da poco pubblicato un piccolo libro, Come diventare vivi (Bompiani) che segue l’imponente Lettori selvaggi (Giunti) del 2016.

In questo piccolo saggio – un vero e proprio vademecum – Montesano prova a ridefinire i contorni della necessità di leggere in maniera selvaggia, libera da compromessi o indicazioni, da mode o impegni.

Montesano dimostra come la lettura vada intesa come grado di intensità , prima ancora che come quantità o velocità. Non è cosa  si legge, ma come si legge; sia come si raggiunge un libro, sia come lo si attraversa facendo di quelle pagine e di quelle parole un bisogno assoluto.

Il paradigma del lettore selvaggio diviene così utile per districarsi da un tempo fintamente impegnato in cui a una continua sovrapposizione di stili e a una parallela assenza di forme si impone l’organizzazione, la regola quasi aurea del ritorno all’ordine.

Montesano scardina con facilità  l’obbligo della connessione perenne per dimostrare non solo quanto sia più efficace una lettura in profondità, ma anche quanto sia facile perderne il significato.

Saper leggere è infatti ormai una pratica che rischia l’estinzione non tanto della lettura, ma di una società relazionale, che sappia cioè riconoscere di volta in volta il valore delle parole per come sono scritte.

Montesano non scrive un manuale d’istruzioni e tanto meno tende a una forma pedagogica della lettura, ma prova a riproporre un’erotica della lettura come elemento primario di conoscenza.

Come diventare vivi può essere letto anche come una sorta di romanzo di formazione per chi non voglia rimanere imbrigliato in un infinito presente  in cui la vita digitale si conforma di giorno in giorno.

Il Novecento è stato archiviato, ma è anche dalla messa in disordine di quell’archivio che è possibile riprendere il passo verso uno spazio d’azione umanissimo e solidale in cui il piacere non si distingue dalle pratiche quotidiane e in cui il manifesto si fa poetica, e la lettura – anche la più solitaria – diviene scambio attivo con il mondo e le sue possibili vite.

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