sinisa mihajlovic intervista a skysport
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Intervista Sinisa Mihajlovic a SkySport: con la malattia ho imparato a piangere

Intervista Sinisa Mihajlovic a SkySport: con la malattia ho imparato a piangere

Sinisa Mihajlovic,

ex calciatore ora tecnico del Bologna, si racconta a Sky in una intervista rilasciata ad Alessandro Alciato. Qui svela il suo lato più umano, oltre quello da “duro del calcio” che noi tutti conosciamo: Sinisa ha imparato a non aver paura di piangere, dopo aver affrontato con coraggio la malattia e aver superato anche questa sfida. Intervista Sinisa Mihajlovic a SkySport: un’ultima partita per la vita.

Intervista Mihajlovic a SkySport

Il 20 Novembre è stato pubblicato il libro biografico “La partita della Vita”, scritto con il giornalista della Gazzetta dello Sport Andrea Di Caro, in cui Sinisa Mihajlovic si mette a nudo, racconta le sue fragilità, mostra di essere non solo ed esclusivamente “uno tosto”. E proprio queste fragilità si traducono in lacrime, che adesso il serbo non vuole nascondere più perché, come affermato da lui,

“La vita è una cosa meravigliosa e specialmente quando passi ciò che ho passato io, poi ti godi tutto al massimo, ogni dettaglio. Io praticamente sono nato due volte, la prima il 20 febbraio del 1969 e la seconda il 29 ottobre del 2019, a 50 anni di distanza. Vedere un uomo duro che piange fa tenerezza. Con questa malattia ho imparato a tirare fuori le emozioni, ho imparato a piangere e non mi vergogno di farlo: nessuno deve vergognarsi di farlo. Prima tenevo tutto dentro, poi ho capito che piangere è una cosa positiva, così come dimostrare i propri sentimenti alle persone che si amano”.

sinisa mihajlovic intervista a skysport
Mihajlovic più forte della malattia

Una nuova sfida quella che racconta l’ex Inter e Lazio ai microfoni di SkySport, ovvero quella degli attacchi di panico. Un avversario infimo, che si nasconde sotto la superficie per poi attaccare quando meno te lo aspetti. Conseguenza, anche questa, di quel terribile attacco di leucemia che Sinisa ha affrontato e sconfitto:

So quando mi arrivano e so come domarli. Ora. All’inizio invece, mi hanno colto di sorpresa. Mia moglie in passato li ha avuti e io le dicevo sempre: ‘ma scusa, se sai che è un attacco di panico, perché ti spaventi? Sai già cosa è…’.

E lei mi rispondeva che non capivo niente: ‘speriamo non ti succeda mai, ma se dovesse essere vedrai che capirai…’. La prima volta non ho capito, la seconda invece sapevo bene che era un attacco di panico ma non riuscivo a gestirlo. Mi sembrava come se stessi per morire… Adesso invece, appena sento i primi segnali, cerco di non pensarci e dopo qualche minuto mi passa. Ma devi essere molto forte di testa perché se ti fai dominare poi diventa un casino…”

E poi la guerra, altro capitolo importante della sua vita che ha segnato la vita dell’uomo oltre che quella del calciatore.

“Vorrei in un certo senso non ricordarmi nulla della guerra e per un altro verso ricordarla per tutta la vita. In guerra non c’è un vincitore, e il colore dominante è il rosso del sangue, della gente innocente”.

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