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Spettacolo,  Musica

‘John Lennon/Plastic Ono Band: l’album di rottura dell’ex Beatles 2016

L’11 dicembre 1970 usciva il quinto album da solista dell’ex voce dei Beatles ‘John Lennon/Plastic Ono Band’

L’uscita di ‘John Lennon/Plastic Ono Band’ ha rappresentato qualcosa di più del segno definitivo di rottura dei Beatles. Anche se molti tra i fan del quartetto di Liverpool considerano la data dell’11 dicembre come uno dei momenti decisivi del ‘ratto di Lennon’ da parte di Yoko Ono, il disco passerà alla storia per altro: per la la sistematica demolizione di tutto ciò che Lennon aveva fatto per anni con il suo gruppo.

John Lennon/Plastic Ono Band’ è il risultato artistico e spirituale dei quattro mesi passati fianco a fianco con lo psichiatra statunitense Arthur Janov, teorico della terapia primaria, un modello di psicoterapia che partiva dall’assunto che le cause delle nevrosi individuali fossero causate da dolori infantili repressi a lungo.

Primal scream

Uno scacco che il paziente poteva risolvere attraverso ‘urla primarie’ (‘Primal scream’, nome scelto dalla band di scozzese di Bobby Gillespie) sfoghi liberatori capaci di liberare dalle scorie del passato.

Il risultato del rapporto con la terapia è un album giocoso, drammatico, onesto e con sorprendenti momenti di rottura e rabbia: un album che è una seduta individuale e di massa. Una dichiarazione di forza che contiene al suo interno l’ammissione della propria fallibilità umana, costituita da ricordi indelebili e da sfide da cui Lennon sa mantenere – con fare zen – la giusta distanza.

Il risultato è unico: 13 brani senza inibizioni né sovrastrutture, liberi da impacci e dal pesante fardello ereditato dalla band più famosa del mondo. L’esordio del disco è esemplificativo di tutto questo ed inizia con la più classica delle liberazioni, quella dall’ombra dei propri genitori: “Mother, you had me / But I never had you / I wanted you / But you didn’t want me / So / I just got to tell you/ Goodbye”. Nel quinto brano il movimento di smarcamento dall’influenza di qualcosa percepito come dominante e castrante arriva più in alto, esprimendosi in un verso reale ed umanissimo: ‘God is a concept by which we measure our pain’.

Questo disco

In quest’uscita dall’inferno del passato l’autore non risparmia urla infantili (sempre in ‘Mother‘) sfoghi blues e ai limiti del punk in ‘Well well well‘, racconto di un litigio avuto con la moglie Yoko Ono bilanciato dal dolce intermezzo a lei dedicato in un altro brano ‘Hold on’.

Si passa poi al rock scarno e dissonante di ‘I found out’, in cui il cantante libera la propria rabbia verso ogni falsa religione ‘Old Hare Krishna got nothing on you /Just keep you crazy with nothing to do / Keep you occupied with pie in the sky / There ain’t no guru who can see through your eyes’, alla disarmante tenerezza di ‘Love’.

Il Lennon meno interessante di quest’album è quello più noto e ‘istituzionale’ dell’inno pacifista ‘Power to the people’ e della ballata anticonformista ‘Working class hero’.

40 minuti di canti sul dolore e la disperazione ma tutt’altro che nichilisti, testimonianze di un’esperienza di vita e di una racconto anti-retorico nei propri incubi. ‘John Lennon/Plastic Ono Band’ è un viaggio nelle percezioni più nascoste dell’artista, un gioiello in musica dolce e straziante come pochi.

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