Palma d'oro
Spettacolo,  Cinema

L’Italia e la Palma d’oro: un amarcord

Festival di Cannes: fino ad ora un tripudio “stelle e strisce” alla Croisette. L’Italia quest’anno è poco presente, ma è forte nella sua storia l’intesa con la Palma d’oro.

Palma d’oro

L’attenzione dedicata ai film made in Usa nei primi giorni del Festival mette in ombra, per ora, gli altri Paesi: dopo la premiere affidata Café Society di Woody Allen vedremo infatti sfilare in concorso i film di Jim Jarmush, Sean Penn, Verhoeven, Refn, Matt Ross, Michael O’Shea, McKenzie, per tacere di quelli che correranno fuori gara.

Questo, particolarmente per i film italiani, si preannuncia come un anno di vacche magre: nessun film nostrano è in lotta per il premio più ambito: Pericle il nero di Stefano Mordini concorrerà per Un Certain Regard, mentre Bellocchio (come Virzì e Giovannesi) dovrà accontentarsi della selezione Quinzaine des realisateurs e degli applausi ricevuti ieri sera dopo la proiezione del suo Fai bei sogni.

Per andare aldilà dell’attenzione per gliameriCannes” e sfuggire alle maglie del presente tiranno, può essere salutare percorrere un tragitto cinematografico che ci porti a rebour, ai tempi gloriosi in cui gli italiani sono riusciti a primeggiare, conquistando la Palma d’Oro.


ROSSELLINI E DE SICA

Fino al 1954 il premio per la migliore regia era assegnato con il Grand Prix of the International Film Festival. A vincere – rispettivamente nel 1946 e nel 1951 – sono stati i due maestri del cinema del dopoguerra: Roberto Rossellini con Roma città aperta e Vittorio de Sica con Miracolo a Milano. Se il premio al “manifesto” di Rossellini si spiega da sé, il film di De Sica è stato contestato in Italia per la sua componente fantastica, che lo allontanava, secondo alcuni critici, dalla spirito del neorealismo aprendosi al genere della commedia e all’influenza delle avanguardie.

Miracolo a Milano

                                                                                 Miracolo a Milano (1951)


LE TRE ICONE: FELLINI, VISCONTI E ANTONIONI

Siamo nella Storia: agli artisti del cinema italiano più amati e celebrati all’estero. Se il Festival del 1960 è segnato dalla Palma d’oro a La Dolce Vita (subissato dai fischi del pubblico il giorno della proiezione) tre anni dopo è la volta de il Gattopardo: il capolavoro  di Visconti è un grande affresco storico, graziato dall’inesauribile luce del genio artistico. Nel 1967 – dopo il primo premio per la regia a Pietro Germi, condiviso con Lelouch – è la volta del trionfo di Antonioni e del suo sguardo capace di cambiare il modo di fare e di pensare il cinema.

BLOW UP

                                                                                          Blow Up (1966)

IL CINEMA POLITICO DI ROSI E PETRI

La Palma d’oro premio del 1972 è condivisa da Francesco Rosi ed Elio Petri: La classe operaia va in paradiso e il Caso Mattei sono due indagini sul potere, su chi lo subisce e su chi lo detiene (pur sacrificandosi alle sue conseguenze): protagonista in entrambi il prodigio del cinema italiano Gian Maria Volontè.

LE STORIE DEGLI ULTIMI: ERMANNO OLMI E FRATELLI TAVIANI

I fratelli Taviani, ancora attivi nel cinema e reduci dalla recente vittoria alla Berlinale con Cesare deve morire, conquistano la Palma d’oro del 1977 con Padre Padrone, la storia di un emancipazione dal padre e dalla terra d’origine, tratta dall’omonimo romanzo di Gavino Ledda. Solo un anno dopo l’Italia torna a trionfare con L’albero degli zoccoli di Ermanno Olmi: un regista che, senza retorica, ha raccontato per tutta la sua carriera le storie degli ultimi e dei dimenticati.

padrepadrone_02

                                                                                    Padre padrone (1977)


NANNI MORETTI – L’ULTIMA FIRMA TRICOLORE SUL FESTIVAL

L’ultimo vittoria della Palma d’oro per un italiano risale a 15 anni fa: è il 2001 ed è Nanni Moretti a conquistarla, con La stanza del figlio: il film più terso e doloroso del regista romano.

In attesa di vedere i film del Festival di Cannes di quest’anno e i suoi verdetti, l’augurio è che l’Italia torni ad essere riconosciuta presto come una grande protagonista del cinema mondiale.

Vuoi ricevere Mam-e direttamente nella tua casella di posta? Iscriviti alla Newsletter, ti manderemo un’email a settimana con il meglio del nostro Magazine.

CLICCA QUI PER SAPERNE DI PIÙ!