La proposta di Letizia Moratti sui vaccini e il Pil
La proposta vaccini della Moratti: vaccini in base al Pil della Regione. Reazioni immediate
Letizia Moratti, neo vicepresidente e assessore al Welfare della Regione Lombardia, ha chiesto di inserire come primo criterio nella ripartizione dei vaccini per Covid-19 tra le regioni d’Italia, l’apporto che esse danno al Pil nazionale. Un po’ come dire che più si è produttivi e più si ha diritto alla vita. Le reazioni alla proposta vaccini della Moratti.
Una questione di Pil?
Partiamo da un presupposto: condizionare al parametro dell’economia un diritto essenziale come quello dell’assistenza sanitaria è troppo, decisamente troppo. In una situazione al totale sbando come quella italiana, con i nuovi vaccini Pfizer che tardano ad arrivare (e la giustissima reazione di Domenico Arcuri), discutere di ripartizione vaccinale in base al contributo economico è a dir poco fuori luogo.
In sostanza, la proposta di Letizia Moratti include una vaccinazione anti-Covid più veloce per le regioni con maggior densità abitativa, più mobilità, fortemente colpite dall’epidemia e che contribuiscono in modo significativo al Pil. Lombardia osservata speciale, quindi, con la Moratti che ne ha parlato ai capigruppo regionali di maggioranza e opposizione, incontrati lunedì pomeriggio a Milano. Attualmente il documento è, come si legge, «in fase di invio» a Roma e sarà discusso in una conferenza Stato-Regioni. Si chiede di prendere in considerazione non solo fattori demografici e sanitari, ma anche economici, come l’apporto al Prodotto interno lordo, per singola regione.
La proposta vaccini della Moratti: reazioni favorevoli e contrarie
La sanità non può dipendere dal maggiore/minore potere economico per singola regione. O almeno, non in Italia dove il sistema sanitario è ammirato in tutto il mondo. Da sempre, infatti, un vanto è quello di offrire assistenza e cure a tutti indipendentemente dalle disponibilità economiche (a differenza di molti altri Paesi, USA fra tutti). Quindi perché ora influenzare l’operato sanitario su presupposti economici? Ovviamente, sono arrivate risposte favorevoli e contrarie.
Il presidente Attilio Fontana difende la richiesta.
«Le integrazioni mi sembrano estremamente coerenti e logiche e ascolteremo cosa ne pensa Arcuri. Occorre un’accelerazione nella distribuzione dei vaccini in una Regione densamente popolata di cittadini e anche di imprese, uno dei principali motori economici d’Italia. Se si aiuta la ripresa della Lombardia, si contribuisce in automatico alla ripresa dell’intero Paese».
Fortemente contrario, invece, il sindaco di Milano Beppe Sala che sulla sua pagina Instagram si esprime con parole forti contro una proposta che “fa cadere le braccia”.
“Ci sono mattine in cui ti possono cadere le braccia: il tuo Paese in preda a una crisi politica difficile da decifrare e nel momento sbagliato, la tua Regione che chiede l’assegnazione dei vaccini in base al Pil”.
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