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Arte

La resurrezione di Lazzaro di Nicolas Froment in mostra agli uffizi dopo il restauro

In occasione del recente restauro, realizzato con il contributo dei Friends of Uffizi Gallery/Amici degli Uffizi,  oggi 7 marzo, presso la Sala del Camino degli Uffizi, verrà presentato il trittico con la Resurrezione di Lazzaro del pittore francese Nicolas Froment.

Il trittico di Nicolas Froment riportato alla sua forza originaria presentato alla Sala del Camino degli Uffizi

L’opera risulta essere la più antica ad oggi nota di Nicolas Froment, maestro originario della Piccardia, del quale rimangono oggi pochissimo lavori.

Froment è conosciuto soprattutto per l’attività che almeno dal 1465 svolse in Provenza, dove lavorò anche per il sovrano Renato d’Angiò. Il dipinto venne eseguito dall’artista per un prelato originario di Prato, Francesco Coppini, che dal 1459 al 1462 visse fra Fiandre, Inghilterra e Francia, svolgendo incarichi per conto di papa Pio II. Sull’anta destra del trittico è infatti possibile notare un veristico ritratto di questo colto e ambizioso prelato, accompagnato da altri due personaggi non identificati. In basso, un’iscrizione reca la firma di Nicolas Froment e la data 1461.

Coppini, nominato vescovo di Terni nel 1458, l’anno seguente fu inviato da papa Pio II come collettore delle decime nelle Fiandre e in Francia, per poi trasferirsi in Inghilterra con la missione di pacificare le lotte per la corona fra Lancaster e York.

L’appoggio offerto da Coppini a Edoardo IV di York, re dal 1461 dopo aver deposto Enrico VI di Lancaster, fu disapprovato dal papa che richiamò Francesco a Roma e lo privò, nel 1463, della carica di vescovo e dei suoi beni.

Il prelato vestì quindi l’abito benedettino e trascorse gli ultimi mesi della sua vita nel monastero romano di San Paolo fuori le Mura, dove morì nel 1464.

Non è noto quale fosse l’originale destinazione del trittico, che pervenne a Pisa nelle mani di una compagnia mercantile. Dal XVI secolo è documentato nel convento di San Bonaventura di Bosco ai Frati in Mugello, dove giunse forse come dono dei Medici. L’opera è pervenuta alle Gallerie fiorentine dal convento francescano di Bosco ai Frati in Mugello in seguito alle soppressioni degli istituti religiosi di epoca napoleonica.

Il trittico, realizzato interamente con legno di quercia, è composto da tre pannelli che, prima di essere dipinti, furono alloggiati nelle cornici, incastrati nell’incavo ricavato nello spessore. L’opera illustra la storia di Lazzaro e delle sue sorelle Marta e Maria: nell’anta sinistra, Marta va incontro a Gesù per informarlo della morte del fratello. Al centro, Gesù resuscita Lazzaro fra la commozione di Marta, Maria e degli apostoli. Nell’anta destra la narrazione si conclude con la Cena in casa del fariseo, dove Maria onora il Salvatore ungendogli i piedi. 

Spiega Eike D. Schmidt, Direttore delle Gallerie degli Uffizi: «La scelta di Nicolas Froment, un pittore ancora giovane, portatore di un espressionismo a tratti impietoso, ironico, tutto spigoli – un artista che, trasferitosi poco dopo nel sud della Francia, avrà tra i suoi patroni l’intellettuale re Renato d’Angiò – ci parla del gusto “forte” e quasi temerario di Coppini,

e solletica la nostra immaginazione su come sarebbe stata quella cappella che il presule probabilmente non vide mai compiuta. La Sala del Camino degli Uffizi, dove è esposto ora in mostra il trittico di Froment, può idealmente sostituire lo spazio raccolto e sicuramente prezioso che il suo committente aveva di certo in mente.»

Il restauro ha restituito al trittico brillantezza alla cromia squillante della stesura pittorica, migliorando la leggibilità di particolari minuti e curiosi. Ha permesso inoltre di accertare l’originalità della maggior parte degli elementi che lo costituiscono secondo caratteristiche costruttive ascrivibili alla tradizione fiamminga.  

Il volume Il restauro del trittico con la Resurrezione di Lazzaro di Nicolas Froment, edito da Silvana Editoriale è stato curato da Daniela Parenti.

Maria Vittoria Colonna Rimbotti,  Presidente Friends of the Uffizi Gallery e Amici degli Uffizi, ha dichiarato

«Ogni restauro compiuto è per noi sostenitori un motivo di orgoglio e soddisfazione sempre rinnovato, a maggior ragione quando il lavoro riserva cosi tante sorprese e rivelazioni da costituire un vero e proprio “caso”, ed è occasione di studi e approfondimenti tali da meritare la pubblicazione di un volume che raccoglie una notevole quantità di notizie e documentazione di grande interesse sia per gli specialisti sia per i cultori e amanti dell’arte. Inoltre, data la sua importanza e straordinaria bellezza, il dipinto sarà presto presentato in una mostra agli Uffizi

Ma in questo caso la soddisfazione e la gioia sono ancor più amplificate perché è la prima pubblicazione su un restauro sponsorizzato dai nostri amici americani, che hanno finanziato anche il libro. In dieci anni di attività i Friends of the Uffizi Gallery hanno sostenuto il nostro Museo con entusiasmo e passione, permettendo il recupero di oltre trenta importanti opere tra sculture, dipinti e arazzi. Ringrazio quindi i Friends per aver permesso la realizzazione di questo volume, e con profonda ammirazione e riconoscenza ringrazio Susan McGregor, la donatrice americana che con grande generosità ha scelto di restaurare questo trittico che tanto l’ha emozionata e commossa […]».

Per info riguardanti orari e tariffe clicca qui.

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