LFW SETTEMBRE 2018 AL SUO DEBUTTO ECO
Inaugurazione all’insegna della faux fur: la LFW settembre 2018 si fa etica
Giubilo per gli animalisti di tutto il mondo: la LFW settembre 2018 è entrata nel vivo all’insegna dell’eco-friendly
Tra le novità della London Fashion Week non c’è solo la presenza in calendario di Victoria Beckham e Alexa Chung. Sebbene la loro presenza dia una sferzata di novità, a creare più interesse nella manifestazione è stato l’annuncio del British Fashion Council: in passerella non sfileranno capi in pelliccia vera.
Esalteranno gli animalisti, of course. Come sempre abbiamo sottolineato, però, pelliccia sintetica non equivale assolutamente all’idea di eco-sostenibilità visto i trattamenti chimici applicati sul finto vello che non solo si riversano nei fiumi ma che vengono sprigionati anche nell’aria.
“Cambiamento culturale basato su ideali e scelte fatte da aziende di design, marchi internazionali e consumatori consapevoli, ma anche dall’incoraggiamento di molti negozi multibrand che stanno gradualmente abbandonando la vendita di pelliccia”, hanno fatto sapere.
Così, per la prima volta dalla sua fondazione, anche Burberry, ora sotto la direzione creativa di Riccardo Tisci, dirà addio alla pelliccia.
La kermesse, inaugurata il 14 settembre, ha visto protagonisti marchi giovani che si attestano come il futuro del settore moda Made in England.
Particolare interesse ha suscitato la presentazione di Matty Bovan, eclettico stilista inglese che, in fatto di creatività, ricorda le mise en scene del pirata della moda, John Galliano.
La sua collezione, infatti, è teatrale, scenografica. Rapisce sebbene sia stata contestualizzata in un ambiente asettico, poco motivazionale. Piace la sua contaminazione stratificata di elementi a se stanti. Un fiore surrealista, tulle e tessuti grezzi.
Matty Bovan è la personificazione di due elementi che congiungono moda e arte: sfrontatezza e coraggio.
Pam Hogg, invece, ha messo a nudo la LFW settembre 2018 con una collezione primavera/estate 2019 tutta da interpretare.
La stilista scozzese, che in questa occasione diventa Dottor Hogg, ha la fama di essere anticonformista e irrazionale. Al pari di madame Vivienne Westwood, se non si fosse capito.
Il défilé presentato da Pam diventa un manifesto sociale contro il malessere di una società che ostenta ciò che non ha. Atteggiamento che spesso porta a malattie patologiche gravi che noi tutti conosciamo. Dottor Pam, dunque, gioca con la moda ma evidenza il regresso sociale che sempre più spesso viene raccontato sui Social Network.
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“Vivienne Westwood si formò alla Glossop Grammar School. Profetico, per la sua futura carriera, il motto dell’istituto: “Virtus, veritas, libertas”. Studiò oreficeria alla Harrow School of Art, diventò insegnante di scuola elementare e iniziò a creare i suoi gioielli.”
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