Dizionario Arte

Licini, Osvaldo

Licini, Osvaldo. Pittore italiano. Legò il suo nome alle più importanti ricerche d’avanguardia in Italia tra anni Dieci e anni Cinquanta. Formatosi presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna, già nel 1913 frequentò assiduamente gli ambienti futuristi, presso i quali sviluppò l’interesse per la scrittura e la poesia, che ebbero il primo frutto nel volume Racconti di Bruto, e che ne avrebbero caratterizzato l’intera attività pittorica.

Nel 1914 avvenne l’esordio a Bologna, sotto l’egida del futurismo; di questa fase è pervenuto assai poco, anche a causa del successivo rinnegamento da parte dell’artista. Nel 1917, dopo aver preso parte alla guerra, Licini si trasferì a Parigi, dove conobbe alcuni dei principali artisti dell’epoca, e dove assistette alla famosa prima di Parade, che avrebbe influenzato le opere di quegli anni, assai stilizzate e caratterizzate dall’uso di “quinte” teatrali geometrizzanti.

L’incontro con Filippo De Pisis

L’incontro con Filippo De Pisis nei primi anni Venti spiega invece la resa atmosferica del colore e la spazialità metafisica dei quadri di quel periodo; un linguaggio che, con il ritorno definitivo in Italia nel 1926, fu ben accetto dall’ambiente di Novecento, nel quale Licini espose pur senza aderirvi a fondo. A suo parere si dedicava infatti troppo allo studio della coeva avanguardia francese, letteraria ma anche artistica: nel 1931, durante un soggiorno a Parigi, entrò in contatto con Cercle et Carré e Abstraction-Création, che lo spinsero ad abbandonare la figura.

La sua fu un’astrazione asimmetrica e otticamente stimolante, basata su un equilibrio precario e dinamico; l’adesione appassionata alla battaglia per il rinnovamento dell’arte italiana lo avvicinò al Milione di Milano nel 1934, alle teorie di Carlo Belli e all’ambiente comasco, particolarmente affine alla sua sensibilità. Nel 1938 fece parte del movimento di opposizione all’anti-modernismo nazista, apprezzando l’iniziativa efficace di Marinetti e legandosi a Franco Ciliberti e ai suoi Valori Primordiali.

A partire dagli anni Quaranta

A partire dagli anni Quaranta Osvaldo Licini tornò alla figurazione, attraverso forme surreali, liriche e fantastiche, ben esemplificate dall’Amalassunta, una sorta di personificazione biomorfa della luna che avrebbe mantenuto una notevole presenza in tutta la ricerca successiva; altrettanto ricorrenti furono gli Angeli un soggetto che aveva già fatto la sua apparizione nei primi anni Trenta.

Nascita: Monte Vidon Corrado 1894; Morte: Monte Vidon Corrado 1958

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