Save the Children
Attualità

L’intervento di Save the Children nel conflitto tra Israele e Palestina

Save the Children nel conflitto Israele e Palestina: in seguito ai problemi derivati dagli scontri tra le diverse frazioni, la onlus sta portando avanti campagne per la protezione dei civili nei Territori Palestinesi Occupati

Save the Children è una delle principali organizzazioni che si occupano della situazione nei Territori Palestinesi Occupati derivata dal conflitto tra Israele e Palestina. Attualmente l’organizzazione sta implementando programmi educativi, di sussistenza e di protezione dei minori in questi territori.

L’origine dei nuovi scontri tra Israele e Palestina

È passata più di una settimana da quando si sono riaccesi gli scontri tra la frazione israeliana e quella palestinese. L’origine di questo nuovo scontro, risale al controllo del quartiere arabo-palestinese di Skeikh Jarrah, a Gerusalemme. Di recente, le autorità più integraliste israeliane hanno previsto l’assimilazione dell’area nel processo di urbanizzazione, mandando via molti residenti.

Dopo lo sfratto di diverse famiglie palestinesi e in seguito alle manifestazioni derivate, il caso è arrivato in tribunale. La questione, rimasta irrisolta, ha portato all’insorgere dei nuovi scontri. Ad oggi gli attacchi tra le due frazioni hanno causato più di 200 morti e 58 mila dispersi tra il popolo palestinese, mentre le offensive di Hamas hanno comportato la morte di 12 israeliani.

L’Unione Europea ha sollecitato le frazioni di cessare gli scontri, mentre Egitto e Stati Uniti hanno cercato di mediare il conflitto. Tuttavia, gli scontri tra le due frazioni continuano ad andare avanti.

Le critiche da parte del Partito Comunista cinese

Il conflitto, ha anche risollevato posizioni e interessi differenti. Recentemente in Cina, la China Central Television (CGTN), ha messo in discussione il tradizionale appoggio statunitense alla questione israeliana. L’emittente cinese gestita dal Partito, ipotizzava infatti l’influenza di lobby ebraiche nelle decisioni del governo americano.

In seguito ai commenti della CGTN, Israele ha risposto con disappunto e richiedendo la fine di queste insinuazioni. La posizione del Partito tuttavia è rimasta irremovibile, specialmente dopo il discorso tenuto la scorsa domenica da Wang Yi, ministro degli affari esteri.

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Il ministro degli affari esteri Wang Yi

Wang Yi ha infatti richiesto a Israele di ritirare le postazioni di controllo a Gaza. Inoltre, ha criticato gli Stati Uniti per il supporto al Primo Ministro Netanyahu, non certo incline al dialogo con la frazione palestinese. Il PCC, ha inoltre accusato di ipocrisia il governo statunitense, principale critico delle politiche del Partito Comunista in Xinjiang.

L’inasprimento dei rapporti tra Biden e Erdogan

Oltre al PCC, anche Erdogan ha voluto intervenire sollecitando l’Onu per un intervento nell’area di Gerusalemme. Inoltre, i giorni successivi ha attaccato pubblicamente Biden per il sostegno a Israele. A sua volta, gli Stati Uniti hanno criticato il capo di stato turco per commenti antisemiti e sollecitazioni alla violenza.

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Erdogan durante il discorso sul conflitto

I civili: le principali vittime del conflitto

Il conflitto ha comportato diversi interessi politici ed economici per le frazioni direttamente e indirettamente implicate nella questione. Le conseguenze degli scontri, tuttavia ricadono per lo più sui civili. Oltre ai morti, gli attacchi hanno infatti anche distrutto e case e infrastrutture civili.

Le campagne di Save the Children nel conflitto tra Israele e Palestina: Stop alla guerra sui bambini

Oltre alle raccolte fondi, Save the Children sta portando avanti diverse iniziative, tra cui Stop alla guerra sui bambini. La campagna, prevede anche la fine della detenzione dei bambini palestinesi nelle carceri israeliane. Le condizioni igienico-sanitarie sono infatti spesso inadeguate, specialmente durante l’attuale pandemia.

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La campagna, iniziata precedentemente rispetto all’attuale risvolto della questione israeliana-palestinese, rappresenta l’urgenza di un maggior supporto ai civili, le principali vittime di questo conflitto.

 

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