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Litta: Shakespeare ma non solo

Il bardo inglese è ben rappresentato ma ci sono anche i premi Ubu 2004 Scimone e Sframeli. Tra i protagonisti della stagione del teatro milanese diretto da Antonio Syxty, pure il coreografo Giorgio Rossi e due pièce di Ibsen a cent’anni dalla morte Dal promettente esordio in concomitanza con il festival MilanOltre, durante il quale abbiamo avuto modo di apprezzare lavori originali come My arm del giovane inglese Tim Crouch, alle Connections che hanno aperto ottobre con il progetto riservato alle scuole superiori, mutuando analoga esperienza compiuta già dodici anni fa dal National Theatre di Londra, il programma del Teatro Litta di Milano guarda spesso al di là della Manica, trovando nell’isola britannica – come dargli torto – continui spunti di riflessione sul teatro che fu e su quello che sarà.
La stagione che accompagnerà il pubblico fino alla prossima primavera ha avuto inizio ufficialmente con la riscrittura del Macbeth a cura della compagnia Astorri Tintinelli, che, con la collaborazione di Scalodieci, propongono, fino al 23 ottobre, Mac e Beth, lisergica trasposizione ambientata in un night club della nota vicenda, tra citazioni cinematografiche di Atom Egoyan e Sergio Leone. Sabato 15, in occasione della Giornata del Contemporaneo, il Litta ha ospitato la compagnia Stan’s cafè e lo spettacolo-performance della durata di quattro minuti It’s your film, full immersion nella magia del teatro, destinata a essere vissuta da uno spettatore alla volta.
La prima produzione firmata dal direttore artistico Antonio Syxty è attesa al debutto il 27 ottobre: si tratta della nuova edizione di Amleto, principe di Danimarca, dove il celeberrimo dramma shakespeariano viene rivisitato attraverso cupi riferimenti onirici e aspre suggestioni visive, che contribuiscono alla creazione di un clima raggelato, con gli attori messi alla prova di un’interpretazione fortemente concettuale. Amleto è il giovane Emanuele Fortunati, sempre più calato nel ruolo. Scene e costumi, che costituiscono elementi quanto mai indispensabili alla messinscena, sono di Andrea Taddei. A seguire, dal 22 novembre al 4 dicembre, lo spettacolo vincitore del Premio per la drammaturgia europea intitolato a Enrico Maria Salerno, La tattica del Gatto, di Gianni Clementi, per la regia di Valeria Talenti. La storia è quella di due ex calciatori che si ritrovano dopo trent’anni: i loro destini, che si erano divisi a causa della rivalità per una donna, hanno seguito strade opposte; l’ex centravanti Ettore – detto l’Anguilla – ha fatto fortuna, mentre Valentino – detto il Gatto, portiere – è finito a fare il custode di un campo da calcio. Il cast è composto da Francesco Acquaroli, Guglielmo Menconi e Paola Minaccioni. Ancora Shakespeare – questa volta si tratta però di Antonio e Cleopatra – per la pièce destinata a salutare il 2005: dal 13 al 31 dicembre è infatti in programma il debutto nazionale del progetto firmato da Massimiliano Cividati, dove l’Egitto storico, con le immense piramidi e i segreti che custodiscono, finiscono per convivere con la grande biblioteca di Alessandria, dando così forma a un luogo mitico e senza tempo. Ne sono interpreti Marco Brancato, Gaia Insenga, Federico Bonaconza, Francesca Minutoli, Umberto Terruso, Ivan Zerbinati e altri, che si uniranno al pubblico la notte di San Silvestro per un brindisi beneaugurale al termine dello spettacolo.
Leggi la seconda parte dell’articolo.
(18 ottobre 2005)

Nella foto, Emanuele Fortunati è Amleto nella versione di Antonio Syxty

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