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Arte,  Mostra

Machines a Penser: fondazione Prada a Venezia

Fondazione Prada presenta la prossima mostra nella sede di Venezia

A Venezia, Fondazione Prada presenta la mostra “Machines à penser”. Esposizione a cura di Dieter Roelstraete dal 26 maggio al 25 novembre 2018. All’interno del palazzo di Ca’ Corner della Regina. L’anteprima stampa si svolgerà mercoledì 23 maggio dalle 10.00 alle 18.00.

La mostra si sviluppa al piano terra e al primo piano nobile del palazzo settecentesco Ca’ Corner della Regina. In un percorso in cui ci si immerge completamente. E che approfondisce la relazione tra filosofia, arte e architettura.

La mostra è accompagnata anche da una pubblicazione illustrata a cura di Dieter Roelstraete. Ed è edita da Fondazione Prada. Oltre al testo principale del curatore include saggi di Shumon Basar e Mark Riley, una poesia di Alec Finlay. E infine tre conversazioni tra gli artisti Leonor Antunes, Alexander Kluge, Goshka Macuga e il dipartimento curatoriale della fondazione.

 

Il progetto di Machines à penser

 

Il progetto di Fondazione Prada esplora la correlazione tra le condizioni di esilio, fuga e ritiro e i luoghi fisici o mentali. Questi luoghi favoriscono la riflessione, il pensiero e la produzione intellettuale.

Machines à penser” si focalizza su tre fondamentali figure della filosofia del XX secolo: Theodor W. Adorno, Martin Heidegger e Ludwig Wittgenstein. Heidegger ha trascorso lunghi periodi in una baita a Todtnauberg. Mentre Wittgenstein si è ritirato spesso in un rifugio situato in un fiordo a Skjolden in Norvegia. Invece nel caso di Adorno è stata presa in considerazione la condizione di esilio a causa dell’affermazione del nazismo. Prima si recò a Oxford e poi a Los Angeles.

 

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Adorno è uno dei filosofi usati come spunto per interpretare i temi della mostre che si terrà a Venezia

 

Come sostiene Dieter Roelstraete: “in questi spazi i tre protagonisti della mostra hanno partorito i loro pensieri più profondi. L’isolamento, sia che sia stato scelto sia che sia stato imposto, sembra averne decisamente influenzato il pensiero. Nel corso degli anni le loro abitazioni si sono dimostrate una fonte d’ispirazione inesauribile per molte generazioni di artisti attratti dalla fantasia del ritiro, materializzata in questi elementari archetipi architettonici”.

Il destino dell’allontanamento forzato e il tema più generale del legame tra spazio e pensiero sono esplorati attraverso i lavori di artisti come Susan Philipsz, il fotografo Ewan Telford, Patrick Lakey Anselm Kiefer. Ma anche attraverso foto d’epoca, come quelle realizzate dalla fotoreporter Digne Meller-Marcovicz. 

Inoltre il progetto prevede una sezione storica. Nella quale sono esplorate le radici del profondo fascino esercitato sulla filosofia dalle figure dell’eremita e dai suoi luoghi di ritiro. Con un focus particolare sulla leggenda del padre della Chiesa San Gerolamo (347 – 419).

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