Marc Jacobs AI 2019-20 troppo simile a valentino? Abito a pois
Moda

Marc Jacobs 2019-20 troppo simile a Valentino

Volumetrie goffe o sperimentalismo? La collezione Marc Jacobs AI 2019-20 evidenzia una crisi d’immagine?

Aspettative deluse per chi aveva riposto nella collezione Marc Jacobs AI 2019-20, una sorta di rivincita morale per la New York Fashion Week.

Dov’è finita la creatività di Jacobs? Quella vibrante, romantica, eclettica.

Marc è affaticato, provato. Il suo defilé, andato in scena al Park Avenue Armory, mostra segni di cedimento che, probabilmente, interferiranno ancora una volta con la resa del suo marchio che segna, alternativamente, segno più e segno meno.

Il progetto creativo appare quasi goffo, forzato. Una distorsione del vero. Uno stravolgimento dei canoni estetici del marchio Marc Jacobs, già intrapreso con la collezione primavera/estate 2019.

In passerella si sono alternati abiti scenografici, con pois effervescenti e ritagli di seta che realizzano un abito leggero, vaporoso, enfatico, a capi quasi sciatti.

Le similitudini con le collezioni Valentino

Rattrista credere, però, che un artista come Jacobs possa esprimere la propria verve creativa ispirandosi alle creazioni di un suo collega contemporaneo, Pierpaolo Piccioli.

Alcune delle sue proposte, infatti, facilmente potrebbero essere confuse con gli abiti scultura Haute Couture della celebre Maison italiana Valentino.

Nel beneficio del dubbio, la collezione autunno/inverno 2019-20 firmata Marc Jacobs mostra una similitudine concreta con i defilé Valentino per voumetrie, stampe e concept.

I capi proposti in passerella mostrano la doppia personalità della sfilata: per una prima parte dedicata all’abbigliamento giornaliero per poi volgere alla magnificenza degli abiti in piuma.

 

La voce Marc Jacobs è consultabile sul Dizionario della Moda di MAM-e.it

 

“Nell’autunno del 1993 fonda la Marc Jacobs International Company. Nel 1994 firma la sua prima licenza per Renown Look e per Mitsubishi per la distribuzione in Giappone.

Jacobs continua a lavorare con altri marchi per finanziare il suo progetto. Nel 1996, mentre lavora per Iceberg a Milano, riceve una telefonata da Bernard Arnault, CEO di LVMH, che era alla ricerca di giovani talenti per la sua maison francese. Nel gennaio 1997, Jacobs fu nominato direttore artistico di Louis Vuitton. Le trattative portano anche alla decisione di finanziare l’etichetta Marc Jacobs, che LVMH ingloba immediatamente nel suo impero.”

READ MORE

 

 

 

Vuoi ricevere Mam-e direttamente nella tua casella di posta? Iscriviti alla Newsletter, ti manderemo un’email a settimana con il meglio del nostro Magazine.

CLICCA QUI PER SAPERNE DI PIÙ!