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Moda

Marcelo Burlon, come diventare milionario con le T-shirt (e usando bene i social)

Talismani argentini. Ma anche un’intuizione fortunata per una linea di T-shirt, i contatti giusti e un uso esemplare dei social network. Ecco la formula vincente di Marcelo Burlon (nella foto), il fondatore del brand di street style, County of Milano, che in un paio d’anni è arrivato a fatturare 20 milioni di euro. E ora si prepara a sfilare per la prima volta a Milano Moda Uomo.

Quella di Marcelo sembra una favola dei tempi moderni. La famiglia Burlon arriva in Italia dalla Patagonia negli anni Novanta. Il piccolo Marcelo, classe 1976, vive un’infanzia senza fronzoli, con i genitori operai in fabbrica e lui stesso al lavoro già dopo la terza media. Ma l’animo vivace e lo spirito intraprendete si mostrano subito, e il giovane inizia a lavorare come pr nelle discoteche, guadagnando bene e facendosi i primi contatti importanti. Milano è la città della svolta e lo porta da pr dei Magazzini Generali al mondo della moda, poi una carriera da dj, il tutto grazie all’intuizione di sfruttare al meglio ciò che sa fare: creare contatti e collegarli tra loro. “Ho saputo creare una mailing list che univa i diversi tipi della città, i modaioli, la borghesia, le Drag Queen – ha raccontato al Corriere della Sera – trattati allo stesso modo alle feste nei club sotterranei dove sembra di stare nella casa del tuo miglior amico”.

Infine l’idea di creare una linea di magliette, per unire la passione per la moda, i numerosi contatti importanti e il crescente seguito sui social. Le T-shirt tribali, nate come omaggio ai simboli esoterici degli indigeni che abitavano in Patagonia nel ’68, sono subito un trionfo. Il successo esplode velocemente e in soli due anni le magliette di Burlon raggiungono tutto il mondo, e oggi si trovano in oltre 480 negozi.

Anche l’università Bocconi non ha potuto ignorare il fenomeno e ha invitato l’imprenditore a raccontare il suo percorso, perché creare dal nulla e in così poco tempo un’azienda con 40 dipendenti e un fatturato da 20 milioni di euro è davvero un’impresa notevole. Burlon si spiega così: “Grazie ai social network sono diventato un brand. Non sono uno stilista, né un designer. Magari un creativo. Il mio merito è aver fatto branding; io stesso sono un marchio”.

Ora collabora con Eastpak, Borsalino, Casio, New Era Starter, produce altri tre marchi (Hood By Air – HBA, Palm Angels e Off-White), ma non ha dimenticato il potere dei social. Sul sito del suo marchio si trova una sezione con le news tratte da Instagram e Twitter e una intitolata People wearing County, con foto e selfie di vip e gente comune che sfoggia le creazioni tribali di Burlon. Per non dimenticare le vere origini del proprio successo.

 

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