Dizionario Arte

Mec-Art

Movimento artistico sviluppatosi tra Francia e Italia negli anni Sessanta, attorno alle posizioni del critico Pierre Restany. L’operazione si allineava a fenomeni coevi, come la pop art, in un progressivo distacco dai principi modernisti di autonomia e unicità dell’opera d’arte, ai quali erano contrapposte l’esecuzione meccanica e la riproducibilità tecnica. Nello specifico, la Mec-Art si basava sull’utilizzo del mezzo fotografico e di supporti pittorici tradizionali, tramite tecniche quali il riporto o la stampa diretta su tela, e sulla possibilità di concepire opere prodotte in serie. L’esordio del nuovo movimento avvenne nel 1965, in occasione di una mostra alla Gallerie J di Parigi, curata da Restany e significativamente intitolata ‘Hommage a Nicéphore Nièpce’; vi esposero Gianni Bertini, Mimmo Rotella, Alain Jacquet, Pol Bury, Nikos e Serge Béguier. In seguito, il progetto della Mec-Art si spostò in Italia, con la mostra alla Galleria Blu di Milano dell’ottobre 1966; proprio a Milano si formò il nuovo nucleo che, attorno alle figure guida Bertini e Rotella, riuniva i più giovani Aldo Tagliaferro, Elio Mariani e Bruno Di Bello. L’attività unitaria del gruppo tese a sfaldarsi dopo il 1968, anche a causa dei divergenti percorsi individuali dei singoli componenti. Se le premesse erano state in parte disattese -solo Gianni Bertini produsse saltuariamente opere serializzabili -l’estetica della Mec-Art si proponeva comunque come risposta europea alla pop; alla ripetizione dell’immagine tratta dai media contrapponeva infatti una sua risemantizzazione mediante accostamenti insoliti e, in alcuni casi, fotomontaggi.

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