Mame Moda Milano Global Fashion Summit 2018, il report. Campagna detox
Moda

MILANO GLOBAL FASHION SUMMIT 2018, IL REPORT

La salute del pianeta passa anche dallo sviluppo del settore moda: i dati dall’ultimo Milano Global Fashion Summit 2018

La sostenibilità come cura per il male – l’inquinamento – che sta distruggendo il nostro pianeta. E l’industria tessile e moda italiana si attesta come la più attenta al benessere del globo. I dati dell’ultimo Milano Global Fashion Summit 2018.

Quest’anno, l’Heart Overshoot day – il giorno in cui la Terra esaurisce le sue risorse – è stato fissato il 1° agosto 2018 contro il 2 agosto dell’anno precedente. Pensate, però, che nel 1971 – anno in cui è stata rilevata per la prima volta questa casistica – il pianeta riusciva ad offrire le sue risorse in quasi un anno solare.

Si teme, inoltre, che entro il 2050 l’umanità consumi più del doppio di quanto la Terra possa produrre.

I destinatari di questa missiva sono i Millennials, la generazione che più di tutti è esposta a questo pericolo ma anche la stessa che sta reagendo contro le avversità che stanno colpendo la Terra.

Il Milano Global fashion Summit 2018, tenutosi ieri, indica un atteggiamento più coscienzioso da parte della Generazione X, sempre più attenta agli acquisti eco-sostenibili.

Mame Moda Milano Global Fashion Summit 2018, il report. Campagna Greenpeace
Campagna detox firmata da Greenpeace

Secondo la terza edizione dell’ Osservatorio PwC Millennials VS Generazione Z (2018), presentata ieri all’interno del Fashion Global Summit 2018, sei persone su dieci acquistano capi e accessori di qualità, con prevalenza per i prodotti sostenibili (37%).

Il sondaggio dell’Osservatorio PwC, basato su un campione di 2424 intervistati di cui il 39% nati nel periodo tra il 1980 e il 1994 (considerato generazione Millennials) e il 61% nati tra il 1995 e il 2010 (Generazione Z), osserva la maggiore attenzione da parte dei più giovani ad acquistare prodotti di maggiore qualità ed eco-friendly.

Il 22% degli interpellati sarebbe disposto a spendere il 5% in più rispetto alle proprie disponibilità economiche per accessori eco-sostenibili; il 17% spenderebbe anche il 10% in più. Le percentuali aumentano per l’abbigliamento, attestandosi al 21% e 15%.

I dati hanno rivelato, inoltre, che tra le due generazioni a confronto, sono i Millennsials quelli più frenati negli acquisti dei capi. Solo il 12%, infatti, sarebbe disposto a spendere un prezzo maggiore del 10% per averlo sostenibile.

Da quanto è emerso da recenti indagini, sono proprio i giovani a traghettare il mercato del lusso, rappresentando il 30% dei compratori.

Cosa indica il sondaggio presentato al Milano Fashion Global Summit 2018?

Le nuove generazioni sarebbero in prima fila proprio sul fronte dell’eco-sostenibilità.

Secondo quanto rimarcato dalla banca americana Merryll Linch nel suo “2018 U.S Trust Wealth and Worth Survey“, la quota dei Millennials che ha investito in una società attenta al benessere del pianeta sale vertiginosamente. Se nel 2015 le aziende erano il 17%, nel 2018 sono più della metà rispetto l’anno precedente.

Negli anni a venire, secondo Merryll Linch, verranno investiti tra i 15 e i 20 triliardi di dollari ma le aziende americane appaiono ancora poco interessate a investire sull’eco-sostenibilità visto che solo una percentuale compresa tra l’1% e il 5% si sono dette favorevoli a rivedere la propria produzione.

L’intervento di Carlo Capasa, presidente della Camera Nazionale della Moda Italiana, chiarisce la posizione italiana. “Produciamo il 41% lordo della produzione europea: dobbiamo essere responsabili e continuare a impegnarci per ridurre l’impatto della filiera aumentando la qualità dei nostri prodotti e facendo ricerca, e ridurre i lavoratori irregolari del settore che oggi sono 45 mila, ma sono già calati del 16% in pochi anni.

Aggiunge Claudio Marenzi, presidente di Confindustria Moda e Pitti Uomo e imprenditore di Herno: ” Dobbiamo far ragionare le aziende a valle sull’importanza del valore aggiunto che l’approccio sostenibile dà anche al semilavorato perché il nostro obiettivo è quello di rendere pulita tutta la catena di produzione di un capo”.

 

 

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