MILANO MODA UOMO – IL RESOCONTO
La Milano Moda Uomo passa il testimone a Parigi: cosa è successo in questi quattro giorni di presentazioni?
Quattro giorni di sfilate intense dove l’occhio di bue si è fermato sulla sartorialità. La Milano Moda Uomo ritorna sui suoi passi. La moda street-style sembra ormai un mero ricordo. Avanza l’outdoor.
Può dirsi soddisfatta Camera Nazionale della Moda Italiana che, sebbene abbia visto l’addio temporaneo di Armani e Moschino, ha ottenuto l’attenzione della stampa italiana ed estera sulla kermesse.
Le collezioni
Re Giorgio ci mostra un lato inedito del suo uomo Emporio Armani che simula uno Yeti pur di proteggersi dalle fredde temperature invernali. La sua collezione mixa capi sartoriali a moda tecnica cercando di preservare l’individualità dell’uomo senza trasformarlo.
Silvia Venturini Fendi chiama kaiser Karl Lagerfeld per realizzare la collezione Fendi/Uomo autunno/inverno 2019-20. La stilista italiana si ispira alla biblioteca dello stilista tedesco servendosene come cornice della scenografia ed emulandone le tonalità sui tessuti pregiati.
Prada, invece, propone una collezione che mira a ragguagliarci sulla sensibilità maschile offrendoci un’immagine inedita dell’uomo odierno. Il messaggio di Miuccia risulta altrettanto lodevole: “La moda deve esaltare l’umanità e la sensibilità delle singole persone […] Le persone reclamano rispetto.”
Mentre il debutto d’americana di Maison Versace ha invece lasciato non poche perplessità. Gli anni Novanta tornano prepotentemente in passerella ma la componente prepotentemente fetish della collezione, mixata alla subcultura americana di fine Novecento, lascia un amaro disincanto per ciò che era un tempo l’heritage della griffe.
Infine Dolce&Gabbana sfila nel nome dello sfarzo con tessuti broccati fil d’oro in una scenografia teatrale dove lembi di stoffa rossa, che scivolano dal soffitto, ci inducono a pensare che dopo la crisi cinese il marchio non intende calare il sipario.
Ermenegildo Zegna, infine, si fa portavoce del lusso sartoriale che riecheggia, su più fronti, durante queste breve ma intensa kermesse. Alessandro Sartori gioca con linee ben definite e outewear portando in pedana una collezione autunno/inverno 2019-20 autorevole, autentica per ” una generazione che il tailoring non lo ha mai indossato e anche a quegli uomini che avendolo sempre indossato ora vogliono cambiare”.
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