Moda

Mostra Victoria & Albert Museum, si ricomincia dalle borse

La Gran Bretagna avanti sul Covid-19. Dopo il vaccino inoculato ai primi cittadini, Al Victoria & Albert Museum si tiene la prima mostra nel pieno della pandemia

Sarà dedicata alle borse, quelle iconiche, la prima mostra in piena seconda ondata da virus Covid-19 al Victoria & Albert Museum.

La moda come l’arte è pronta a ripartire. Un settore in affanno che però non nasconde la testa nella sabbia come gli struzzi. Mentre venivano serrate le porte dei maggiori poli museali del mondo, abbiamo riscontrato una pessima organizzazione della pandemia. La cultura costretta alla ritirata. Una sconfitta per il mondo intellettuale e per i neofiti che si avvicinano, per la primissima volta, al settore culturale. In Italia, ad esempio, abbiamo permesso la riapertura dei ristoranti (sebbene con regole rigide), ma abbiamo messo un velo nero (e pietoso sui nostri incapaci politici) sul sapere, sbarrando le porte all’industria culturale.

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La red box di Winston Churchill

A Londra, il Victoria & Albert Museum riparte da “Bags: Inside Out”

Bags: Inside Out, la prima mostra in piena pandemia al Victoria & Albert Museum di Londra, narra la storia delle borse che hanno conquistato, nel tempo, le it-girl di ieri e di oggi.

La Birkin di Hermès, ad esempio, oggetto di culto concepita per omaggiare l’eleganza androgina di Jane Birkin, cantante e attrice inglese ricordata non solo per i suoi ruoli cinematografici ma anche per la celeberrima canzone “Je t’aime … moi non plus”, cantanta (o meglio ancora, sussurata) a Serge Gainsbourg.

La storia della borsa Birkin di Hermès.

Jean-Louis Dumas è anche l’uomo dietro un’altra famosa borsetta, la Birkin, un’icona per le fashioniste e un vero status symbol di oggi. La Birkin ha una lista d’attesa di oltre due anni e un costo che potrebbe anche superare i diecimila euro; il suo nome deriva dalla cantante Jane Birkin per la quale Dumas ha disegnato una borsetta nel 1984. Leggenda narra che i due fossero seduti accanto durante un volo e che Dumas ebbe la possibilità di ascoltare le sue lamentele sull’impossibilità di trovare una borsa adatta ai suoi bisogni.” CONTINUA A LEGGERE SULLA NOSTRA ENCICLOPEDIA DELLA MODA

La Faberge Egg con cristalli

La Baguette di Fendi in mostra al Victoria & Albert Museum di Londra

È tra le borse più desiderate dalla socialite e it-bag del mondo complice, anche, l’importante vetrina mondiale di Sex and the city. Nella pellicola, infatti, Sarah Jessica Parker la indossa in svariati look.

Baguette. Mini borsetta firmata Fendi che prende il nome dallo sfilatino di pane francese. Come questo può essere portata comodamente sotto il braccio, grazie a un manico lungo 40 centimetri. È stata presentata per la prima volta nella primavera del ’96 e da allora è diventata oggetto di culto.

Collezionata da personaggi come Caroline di Monaco, Sharon Stone, Sofia Loren, Madonna, Elizabeth Hurley e Catherine Deneuve. Pensata da Silvia Venturini Fendi, 37 anni, figlia di Anna e responsabile di tutti gli accessori della maison romana. La Baguette viene rielaborata ogni stagione con materiali e decorazioni diverse.

Si passa dal tessuto impermeabile Dreso al coccodrillo con variazioni sul tema tipo cuoio dipinto a mano, cachemire oppure broccato a motivi floreali copiati dalla Primavera del Botticelli e realizzato dalla Fondazione Lisio di Firenze con una tecnica del 1770.” CONTINUA A LEGGERE SULLA NOSTRA ENCICLOPEDIA DELLA MODA.

Bags: inside out. Il debutto della mostra, il 12 dicembre 2020

Debutta il 12 dicembre 2020 l’esibizione dedicata alla storia delle borse al Victoria & Albert Museum di Londra. Dalla red box di Winston Churchill alla tote Launer firmata da Margaret Thatcher. In mostra anche la borsetta da passeggio, completamente ricamata, di proprietà di Elisabetta I che costudisce, nottetempo, la matrice d’argento del Grande sigillo del Regno. E ancora, nei tempi più recenti, le celebri borse di Celine, Chanel, Gucci, Prada, Issey Miyake, Saint Laurent e così via.

Non solo. Nelle teche di Bags: Inside Out, anche la box che, nello scoppio della seconda guerra mondiale, serviva a contenere la maschera a gas che tutelava la salute dei cittadini.

Ci sono state pochissime mostre sull’argomento negli ultimi 30 anni, eppure è evidente quanto siano importanti le borse per il business della moda e per i marchi di moda contemporanei. C’è stata una sorta di disconnessione”, racconta la curatrice Lucia Savi.

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