Muore Umberto Marzotto, aveva 92 anni
L’imprenditore vicentino Umberto Marzotto soffriva da tempo di una malattia degenerativa: muore il 28 dicembre 2018
Di Umberto Marzotto si rimembra l’onestà intellettuale che lo ha reso, assieme a una dote innata per gli affari, l’imprenditore italiano che ha generato il lustro del Made in Italy.
Marzotto nasce nel 1926 da una famiglia agiata. Egli, infatti, è il terzogenito di Gaetano jr, figlio di Vittorio Emanuele Marzotto Sr e Maria Italia Garbin.
Gaetano jr, inoltre, era componente di una dinastia di imprenditori tessili di Valdagno (Vicenza).
Nel 1954, dopo due anni di fidanzamento, Umberto sposa la modella italiana Marta Vacondio, meglio conosciuta come Marta Marzotto.
Dalla loro unione nasceranno Paola, Annalisa, Vittorio Emanuele, Maria Diamante e Matteo.
I due divorziano nel 1986.
La sua attività imprenditoriale per il lanificio di famiglia lo vede attivo per il mondo ma è Lugano la città prescelta per trascorrere gli ultimi anni della sua vita.
Umberto Marzotto, infatti, muore all’età di novantadue anni nella sua casa svizzera dopo essere stato colpito da una malattia degenerativa che lo costringe a letto per otto anni.
“Uomo di grande equilibrio e di buon senso, un mediatore che sapeva capire i momenti e le situazioni e soprattutto un ottimo imprenditore”. Così il figlio Matteo ricorda il padre.
” È stato per certi versi l’imprenditore veneto fuori dagli schemi […] Per me è stato un grande esempio”, conclude l’imprenditore italiano.
La camera ardente si aprirà il 2 gennaio prossimo nella sede di Zignago Spa, a Portogruaro (Venezia) mentre i funerali saranno celebrati il 3 gennaio nel Duomo di Valdagno (Vicenza).
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La voce Marzotto è consultabile sul Dizionario della Moda di MAM-e.it
“Gruppo industriale del tessile e abbigliamento. Non fu solo di portafoglio, di industrie, di bilanci, di marchi, di mercati l’eredità di Gaetano Marzotto in quell’agosto del 1972, anno della sua morte. Lasciava ai figli, a chi avrebbe preso il suo posto al timone del Gruppo, una società assai più grande di quella che aveva ricevuto dal padre Vittorio Emanuele.”
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