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Nuova voce del dizionario della moda MAM-E: Gaultier

NUOVA VOCE DEL DIZIONARIO DELLA MODA MAM-E: GAULTIER

Gaultier è una delle nuove voci del Dizionario della Moda MAM-e, il più completo dizionario del mondo, con oltre 4.500 voci, in italiano, inglese e cinese.

Seguirà la pubblicazione di altre voci del dizionario realizzate in collaborazione con Domus Academy.

Per tutte le informazioni sulla pubblicazione della voce del dizionario del vostro Brand potete contattarci su info@mam-e.it.

GAULTIER

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GAULTIER

Indice

  1. La famiglia
  2. Gli inizi
  3. Gli anni ’80
  4. Gli anni ’90
  5. Il 2000
  6. Storia recente

La famiglia

Jean Paul Gualtier nasce il 24 aprile 1952 a Arcueil, Val-de-Marne, in Francia. È figlio unico, timido e piuttosto solitario, abituato a stare con gli adulti, con poca popolarità a scuola e poco studioso. Si perde nelle lezioni a disegnare, un episodio segna la crescita personale e nel mondo della moda.

Mentre disegnava delle ballerine tutte piume e paillette delle Folies Bergère, viene sorpreso dall’insegnante che lo punisce attaccandogli il disegno sulla schiena e l’obbliga a fare il giro della classe in segno di derisione, ma il castigo ha un risvolto inaspettato, i compagni rimangono colpiti dalla sua bravura e cominciano a chiedergli dei bozzetti per loro. L’esperienza diventa il passaporto che gli apre le frontiere della comunicazione, riusciva a trasmettere alla gente le sue idee.

dizionario mam-e gaultier jean-paulJean Paul Gaultier

La nonna materna è una figura fondamentale per il designer, proprietaria di un salone di bellezza, dove Jean Paul passa le sue giornate. Ogni sua iniziativa creativa è sostenuta dall’ultima, che gli lascia piena libertà di espressione, anche quando smonta le tende per confezionare un velo da sposa dopo le nozze di Fabiola del Belgio, o quando buca le tovaglie per ricavarne delle gonne. Ma egli riceve anche l’appoggio dei genitori che comprendono ed accettano la sua diversità e sensibilità.

Sono proprio la nonna e la mamma ad essere le prime indossatrici del talentoso giovane, che a soli 13 anni comincia a creare vestiti per loro traendo ispirazione dagli armadi femminili di casa. I corsetti diventano da subito la sua ossessione.

Non frequenta nessuna scuola di moda, un autodidatta appassionato che disegna bozzetti e riutilizza tessuti casalinghi. Ma Gualtier ha un sogno: diventare un grande stilista. Così invia i suoi saboti ai principali atelier parigini.

Il giorno del suo diciottesimo compleanno arriva la proposta lavorativa come assistente da Pierre Cardin, è il 1970.

Viene chiamato anche a collaborare con Jean Patou e Jaques Esterel, fin quando non lancia la sua prima collezione nel 1974.

Gli inizi

Nel 1976 fonda la sua etichetta, presenta a Parigi una sfilata originale e coraggiosa, molto più vicina ad una rappresentazione artistica che ad una semplice sfilata.

Riceve sostegno e appoggio dal suo compagno di vita e d’affari Francis Menuge, che muore di Aids nel 1990.

Gualtier diventa un vero e proprio rivoluzionario di stile. Introduce le gonne, specialmente i kilt, nel guardaroba maschile, ma non solo, il make up diventa un accessorio anche per l’uomo. Ispiratosi alla grande Vivienne Westwood egli è ritenuto il suo più diretto seguace

Rimescolatore dei diversi modi di vestire, divertito costruttore di alleanze impossibili quanto desiderabili fra stili dissimili, teso da sempre a infrangere le barriere fra maschile e femminile in scioccanti variazioni sul tema, è riuscito, fin dalla prima collezione, a fare di ogni sfilata un evento, all’insegna di una multiforme estetica e delle trovate più provocanti, e di ogni stagione la migliore, sul piano delle vendite.

dizionario mam-e gaultier marinaioL’iconica t-shirt da marinaio di Gaultier

Ricordiamo l’iconica T-shirt da marinaio Breton stripe, alla reinterpretazione provocatoria del corsetto, come quello con i seni conici disegnato per Madonna durante il suo Blond Ambition Tour (ma il primo a indossarlo fu il suo orsetto d’infanzia Nanà), entrato letteralmente nella storia del costume e oggetto di svariate mostre in giro per il mondo.

Gli anni ’80

Dall’81 il gruppo Kashiyama diviene suo partner finanziario per le due annuali collezioni di prêt-à-porter, realizzate in Italia e sempre di grande impatto per l’attualità del tema sul quale sono costruite fra moda londinese di strada e memorie stravolte degli anni ’60.

Jean-Paul Gaultier è riuscito a sconvolgere le regole scegliendo per le proprie passerelle modelli non convenzionali come anziani, donne oversize, persone ricoperte di piercing e tatuaggi, nani o transgender.

La sua prima collezione di prêt-à-porter maschile, per la primavera-estate ’84 dal titolo emblematico L’uomo-oggetto, gli offre nuovi territori d’ironia, di travestimento e di rimescolamento delle zone erogene dell’uomo, come la scollatura profonda sulla schiena, trasposti dal vestiario di una donna che nell’inverno precedente ha sbeffeggiato con serissimi trench e impermeabili. Arriveranno in seguito l’uomo con la gonna e persino in “princesse”.

Il suo tema preferito, l’attacco frontale ai cliché di guardaroba dei due sessi, tocca un punto importante nei modelli per l’estate ’85, dove dimostra il suo impegno nell’abbattimento delle barriere di genere, presentando la collezione unisex Un guardaroba per due. La collezione esplora l’apparenza androgina, contraddetta, caricaturata in abiti-gag, come il busto a stecche in vista sotto lo smoking della donna, i drappeggi in chiffon, il pizzo sulla camicia da sera maschile portata con i boxer.

dizionario-mam-e-gaultier-conchita.jpgConchita Wurst modella per Gaultier

Non è un caso se tra le muse dello stilista si contano Teri Toye, il primo modello transessuale degli anni 80, la cantante lesbica Beth Ditto, di cui ha disegnato anche l’abito da sposa, e la drag queen Conchita Wurst.

Gli anni ’90

Negli anni 90 Jean-Paul Gaultier produce molti costumi per i tour di Madonna, tra cui il Blond Ambition Tour e il Confessions Tour, come anche il body nero indossato nel video di Vogue. Altre cantanti che hanno voluto il suo estro all’opera durante i tour sono Kylie Minogue, Lady Gaga e la francese Mylène Farmer.

Ha inoltre disegnato molti capi indossati da Marilyn Manson, inclusi quelli del periodo di promozione dell’album The Golden Age of Grotesque. Nel 2013 lo stilista ha dedicato la sfilata primavera estate a David Bowie, riproducendo in passerella pettinature e tutine ipercolorate alla Ziggy Stardust. Gaultier ha poi collaborato in svariate occasioni con il mondo del cinema disegnando capi per diversi film, inclusi Il quinto elemento di Luc Besson, Kika-Un corpo in prestito di Pedro Almodóvar e La città perduta di Jean-Pierre Jeunet.

Realizza un suo programma televisivo Eurntrash per la TV Britannica.

Altra sua caratteristica è un’appariscente e intelligente commistione di passato e presente nel taglio e nei materiali. Fra le sue invenzioni famose (anche nella linea Junior, creata con la collaborazione di Elio Fiorucci, ’88), la felpa alleata al satin e al pizzo, le magliette multiple, stracciate nei loro strati sovrapposti per rivelare spalle e parte delle braccia, bijoux nell’alluminio delle lattine, tacchi a spillo come una Torre Eiffel capovolta e, su tutto, ancora una volta, l’idea del corsetto, talora del busto ottocentesco.

Dal 1993 la maison francese Gaultier lancia una linea di fragranze, primi in testa i leggendari profumi-busto Classique e Le mâle, quest’ultimo il più venduto in Europa. A seguire l’essenza femminile Fragile e quella unisex Gaultier², ma portano la firma dello stilista anche Fleur du Male e Ma Dame.

La schiera olfattiva è prodotta dal colosso spagnolo Puig, oggi possessore della maggioranza delle azioni dell’azienda di moda. Si può dire che i profumi di Gaultier, oltre che essere molto venduti, si sono impressi nell’immaginario grazie a quelle bottiglie scultura che ritraggono il busto maschile e femminile, racchiusi in lattine da conserva.

dizionario mam-e gaultier profumoFragranza maschile Jan-Paul Gautlier

Ha il gusto di battezzare le sue collezioni donna e uomo, in modo inconsueto per la moda: Hommage au peuple juif, Les tatouages, Latin lover des années ‘40, La Parisienne Punk, Cyberbaba, La maison du plaisir, Flowers powers et skin heads e, per l’uomo autunno-inverno ’98-99, Italian style. Disegna anche mobili per la casa. Ha pubblicato un’autobiografia fotografica, una sorta di fotoromanzo: A nous deux la mode.

Nell’estate del ’99, Hermès ha acquistato il 35% della maison, con un investimento di circa 45 miliardi di lire.

Il 2000

Disegna per Wolford un body e un collant in maglia aderente e senza cuciture sul quale sono tramati in nero e grigio, calze con la riga, reggicalze, slip e reggiseno. L’uno e l’altro capo non hanno ganci né elastici.

Nel 2002 Jean Paul Gaultier sbarca negli Usa, per aprire una boutique in Madison Avenue a New York. L’arredamento è firmato dal designer Philippe Starck: un modello che sarà riproposto in una ventina di altre boutique Gaultier sparse per il mondo.

Sfilata parigina

Nello stesso anno chiude le sfilate parigine con una moda ispirata all’impero austro-ungarico di Francesco Giuseppe. Nel Palais de la Mutualité, al 325 di rue Saint Martin, ora nuova sede della maison, è stato creato un effetto salone di corte, tutto stucchi e lampadari, ricoprendo lo spazio ancora in fase di ristrutturazione con teli bianchi decorati.

Al suono dei valzer viennesi ha sfilato una donna che, pur ostentando la sua femminilità, non disdegna l’abbigliamento maschile. Cinquantotto capi, dal blouson tipo baseball ma ricamato come un chimono, agli abiti da gran sera da corte asburgica, come l’abito lungo di granati o quello in velluto blu Prussia orlato di visone. Per finire, accompagnata dalla marcia di Radetzky, la sposa con un’acconciatura di penne bianche e dieci metri di strascico.

Caratteristiche collezione

Sulla passerella parigina, Jean Paul Gaultier ha reso morbidi i “buchi” di Calder con grandi drappi bucati su cui si muovono, su funi e altalene, delle acrobate piuttosto rotonde. Le loro curve rafforzano l’immagine di morbidezza, tema della sfilata. Collezione fatta di piccole giacche con coda a frac, pantaloni attillatissimi, ma portati molto bassi, scesi fin sotto il sedere, salopette extralarge, tutto accompagnato da altissimi stivali stringati, grandi cappelli, calze ricamate, bolerini. Volumi in contrasto, dall’aderentissimo all’extralarge, come per gli abiti in jersey di seta.

Un mix creativo che vede pantacollant portati con bikini e pezzi di stoffa tenuti insieme da catenine: fantasia, ma anche attenzione ai prodotti ben precisi, dalla vestaglia di raso ricamata come un chimono, alle gonne in toile de jouy bianco e verde, ai sandali a zeppa con fascia trasparente. Nel 2003 diviene il nuovo direttore artistico di Hermès. Il suo debutto avverrà con la linea di prêt-à-porter femminile per l’autunno/inverno 2004-2005, subentrando a Martin Margiela.

Gaultier continuerà a disegnare comunque le linee della sua griffe.

Storia recente

Nel 2014 Jean-Paul Gualtier dice stop al prêt-à-porter dopo quasi 40 anni di carriera.

Organizza una mega festa colorata al Gran Rex parigino, il cinema dove Jean-Paul andava da bambino, durante la quale le protagoniste sono state le Miss più strampalate, da Miss Lucha Libre per gli appassionati di wrestling a Miss Senior fino a Miss Marinière, la marinaretta che è stata per tutta la carriera un suo portafortuna e feticcio.

E arrivano i progetti speciali, come il one man show che si tiene a ottobre durante la Fashion Freak Show di Parigi e, naturalmente, l’appuntamento con la haute couture dove lo stilista di sente libero di reinventare le noiose leggi di marketing.

Altre grandi star come Nicole Kidman, Cate Blanchett, Fergie, Sonam Kapoor, Coco Rocha, Dita von Teese e Camila Belle richiedono negli anni creazioni del grande designer.

Nel 2013 Rihanna partecipa agli American Music Awards con un capo esclusivo firmato Gaultier.

Kim Kardashian ne vuole subito uno per lei per la passerella dei Grammys nel 2015.

Nel 2016 ha realizzato oltre 500 costumi per lo spettacolo di rivista THE ONE Grand Show al Friedrichstadt-Palast di Berlino.

Ha vestito Katy Perry all’after party di Vanity Fair nel 2017. Nello stesso anno Solamge Knowles indossa al Glamour Women of the Year Awards a New York un abito della collezione A/I 2017 dell’haute couture.

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Katy Perry all’after party di Vanity Fair nel 2017

La collezione P/E 2018 è un tributo proprio al suo iniziatore Pierre Cardin.

Tra poco lo stilista spegnerà 66 candeline: forse non potrà più essere considerato l’enfant terrible della moda, ma sicuramente ne rimarrà l’enfant éternel.

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