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Afghanistan, pallavolista diciottenne decapitata dai talebani: giocava senza hijab

Pallavolista Afgana di diciotto anni, decapitata dai talebani perché giocava senza hijab

Orrore in Afghanistan: Pallavolista decapitata dai talebani

Mahjubin Hakimi, giovane pallavolista della nazionale giovanile, è stata brutalmente decapitata dai talebani a Kabul. La sua morte, confermata da Marco Berrutto, ex commissario tecnico della nazionale di volley, che dopo la presa di Kabul ha collaborato all’espatrio di altri sportivi dall’Afganistan.

Berruto era a conoscenza dell’orrore avvenuto a Kabul già da Agosto 2021. In quel periodo un’altra pallavolista afghana aveva contattato Berruto dicendo: “mi uccideranno, come hanno fatto con la mia compagna di squadra. L’hanno massacrata come un animale”. Arrivano a Berruto anche dei video degli spari a Kabul e dei talebani in cerca di trasgressori da punire. Grazie a questi messaggi, qualcosa si muove, e la giovane riesce ad arrivare in Italia a fine settembre.

Chi era la pallavolista Afghana?

Ora, passati mesi dalla sua morte, la giovane pallavolista afghana ha finalmente un nome e un volto. Mahjubin Hakimi, 18 anni, etnia Hazara. Lavorava come poliziotta.Giocava per la squadra comunale della capitale Afghana, e nella squadra nazionale del Paese.

La notizia è stata resa nota soltanto nelle ultime ore dall’allenatrice della giovane diciottenne. Qualche giorno fa sono comparse sui media le foto della testa mozzata della giocatrice. Berruto, tuttavia, ha affermato che la giovane sarebbe stata uccisa molto tempo prima, ma la famiglia non ha dichiarato l’orrore in quanto minacciata dai talebani.

Mahjubin Hakimi, inoltre, non è stata decapitata dai talebani solo perché non indossava l’hijab (velo che copre i capelli alle donne), ma anche perché di etnia Hazara (una minoranza etnica perseguitata da decenni dai talebani).

 

pallavolista afghana uccisa
Mahjubin Hakimi, giovane pallavolista della nazionale afghana, uccisa dai talebani perché non indossava l’hijab

Kabul e il divieto di praticare lo sport per le donne

Da quando a Kabul hanno varato il divieto di praticare lo sport per le donne (il vicepresidente della commissione culturale avrebbe infatti dichiarato che non è necessario per le donne fare sport in pubblico), sono sempre di più le giovani a tentare la fuga all’estero; Le donne che non riesco a fuggire,  invece, sono costrette a nascondersi e a cercare aiuto. Diverse atlete della nazionale afghana, avevano già raccontato di temere violenza e rappresaglie da parte dei talebani. Tra i tragici esempi di fuga è rilevante quello della calciatrice Herat, riuscita ad arrivare in Italia, e Zakia Khudadidi, fuggita a Tokyo per gareggiare alle Paralimpiadi

Cosa ne pensa l’opinione pubblica?

“Guardatela come se fosse vostra figlia: hanno decapitato Mahjubin, perché Hazara e perché giocava a pallavolo senza Hijab”, ha scritto Berruto su Twitter. “Questo è oggi l’Afghanistan. Abbiamo persone lì che sono cadaveri ambulanti. Fermiamo questo genocidio con dei corridoi umanitari o ne saremo responsabili”. Anche Massimo Mantellini si è espresso su Twitter:” La notizia terribile della pallavolista afghana decapitata dai talebani è assente da tutta la principale stampa internazionale occidentale. Solo da noi seguendo i nostri criteri soliti di emersione delle notizie se ne parla”.

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