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Parla Taylor Hackford

Il regista di Rapimento e riscatto dice la sua sui motivi dell’insuccesso del film, sul Gladiatore Russell Crowe, sul traffico di droga in Colombia e sul suo debole per i direttori della fotografia polacchi.
Il regista di Rapimento e riscatto dice la sua sui motivi dell’insuccesso del film, sul Gladiatore Russell Crowe, sul traffico di droga in Colombia e sul suo debole per i direttori della fotografia polacchi.
Sudamerica
Ho sempre amato il Sudamerica. In quanto documentarista, sono sempre stato affascinato dalla maestosità delle location e dalla cultura di quei luoghi. Ritengo che siano dei set straordinari nei quali ambientare delle storie. Sono stato criticato per aver scelto di far svolgere il film nella località immaginaria di Tecala. Ma considerato che l’Ecuador, il Paese nel quale abbiamo girato, è un piccolo stato che confina con la Colombia, non mi sembrava il caso di creare dell’imbarazzo diplomatico ai nostri ospiti con una vicenda nella quale la Colombia viene ritratta di fatto come una nazione in mano ai narcotrafficanti. Le truppe guerrigliere che si vedono nel film sono ispirate al Farc, una fazione che una volta lottava per la riforma agraria. Con la fine della guerra fredda il Farc, non potendo più contare sui fondi sovietici, ha iniziato ad autofinanziarsi con il traffico della cocaina. Oggi i guerriglieri narcotrafficanti controllano quasi il quarantacinque per cento del paese. Se un giorno dovessero decidere di prendere il potere, la Colombia diventerebbe di fatto la prima narcocrazia mondiale! Gli Stati Uniti continuano a sostenere il governo colombiano con armi e aiuti militari, ma del traffico di droga non si vede la fine. Inoltre le leggi internazionali impediscono azioni militari in territorio straniero e quindi per tentare di stroncare il traffico bisogna affidarsi ai politici locali, i quali molto spesso sono corrotti e collusi con i narcotrafficanti. Temo che in questo modo, con l’invio di armi e consiglieri militari in Colombia, si rischi seriamente – e in tempi piuttosto brevi – un Vietnam centramericano.
Polemiche
Non credo che l’insuccesso di Rapimento e riscatto sia imputabile alla distribuzione avvenuta negli Stati Uniti in concomitanza con le festività natalizie. Il cast vanta infatti due divi molto amati in America, di cui uno candidato addirittura all’Oscar. Credo che l’esito economico del film sia stato compromesso dal fatto che i due protagonisti hanno avuto un coinvolgimento sentimentale sul set, il che andava al di là delle esigenze del film stesso. Questo fatto ha esacerbato l’interesse scandalistico dei tabloid americani, che hanno sommerso la lavorazione con mille pettegolezzi. Naturalmente le due star si sono sentite violate nella loro intimità, e al momento della promozione hanno deciso di non voler affrontare la stampa, che senz’altro avrebbe banchettato ulteriormente con la loro relazione. A mio parere è stato questo il fattore che ha maggiormente danneggiato il film. Oggi (data della conferenza stampa romana, n.d.r.) Russell è qui ( here ) a parlarvene, ma non era là ( there ) quando ce n’era bisogno…
Russell Crowe
Prima che Russell fosse candidato all’Oscar, ho chiesto a Ridley Scott e a Michael Mann di farmi visionare parte del girato de Il gladiatore e di Insider-Dietro la verità . Ho così potuto vedere circa quaranta minuti del film di Scott e quasi un’ora di quello di Michael. Ho avuto accesso alla sala di montaggio prima dei dirigenti della DreamWorks e della Disney! Si tratta di un privilegio veramente raro a Hollywood, a maggior ragione conoscendo Michael e il suo perfezionismo… Ciò che mi ha colpito maggiormente in Russell è che lui è un’autentica star! Non è solo un bel ragazzetto di cui la macchina da presa si innamora: Russell appartiene a quella ristretta categoria di attori che riescono a ipnotizzare la macchina da presa con lo sguardo, senza fare assolutamente nulla! Nel film di Scott il suo personaggio è violentemente fisico, e Russell si cala nei panni di Maximus con tutto il trasporto possibile. In Insider Russell è l’esatto opposto: il suo dramma è interiorizzato, intimo, accade tutto nella sua testa. E non è facile per un attore comunicare ciò che si muove dentro di lui. In questo senso i due film rappresentano gli estremi del talento di Russell: vedendolo in moviola, mi sono reso conto che lui era esattamente ciò di cui avevo bisogno. Il personaggio di Terry è un uomo d’azione ma al tempo stesso è anche dotato di una straordinaria intelligenza e freddezza, che gli permette di valutare sempre con grande attenzione le scelte da compiere. Mi affascinava il fatto di poter offrire a Russell la possibilità di esplorare entrambi i lati del suo temperamento d’attore.
Direttori della fotografia
Ho sempre avuto un debole per i direttori della fotografia polacchi. Tengo sempre d’occhio le scuole di cinema polacche. Non so perché, ma alcuni dei migliori operatori provengono proprio da quelle parti. Ho scoperto Slawomir Idziak vedendo Tre colori-Film blu di Kieslowski. Mi ha impressionato osservare come la fotografia fosse completamente dominata dalla tonalità blu e, contemporaneamente, si trattasse di un film caldo, appassionato. Il volto di Juliette Binoche sembrava come circondato da un alone di luce calda, soffusa, che mi ha profondamente emozionato. E poi Slawomir è un maestro della macchina a mano. Non so in quanti se ne siano resi conto, ma Film blu è realizzato quasi completamente con la macchina a mano. In Rapimento e riscatto avevo bisogno di un operatore che sapesse tenere saldamente la macchina fra le mani per le scene movimentate, senza però cedere al caos e alla confusione, e che negli interni riuscisse a trasmettere inquietudine e tensione. E poi mi interessava anche filmare la giungla con un colore diverso dal solito verde che abitualmente associamo a questo genere di situazioni. Se ci fate caso, noterete che le scene nel folto della giungla sono dominate da una tonalità blu, molto forte e fredda, che sembra comunicare fisicamente il disagio del protagonista.
(a cura di giona a. nazzaro)

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