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Passerelle parigine: affollate da stilisti inglesi e italiani

Pochissimi gli stilisti francesi che calcano le passerelle domestiche

Week end parigino ad alta concentrazione fashion. Dopo le giornate iniziali della settimana della moda francese, attraversate dallo scandalo Galliano-Dior e risolte con le accorate scuse dell’amministratore delegato Sidney Toledano prima della sfilata di venerdì scorso, aleggiano ancora i rumor sul dopo Galliano. Ma toto-poltrone a parte, a guardare le sfilate di questi giorni viene in mente una considerazione: ma Parigi che ha marchi così inossidabili nella moda come Chanel, Hermes, Vuitton e che negli ultimi anni ha rilanciato brand che erano in naftalina come Balmain, Balenciaga o Lanvin, come mai ha pochissimi stilisti francesi a sfilare in passerella? Pochi soprattutto se paragonati alla stragrande maggioranza degli stranieri?

Facciamo il gioco degli "elenchi" passando in rassegna i marchi più noti che calcano le passerelle parigine. Chanel è disegnata da un tedesco, Karl Lagerfeld, e prima ancora era disegnata da un Italiano, Ferré; direttore creativo di Vuitton è un americano, Marc Jacobs; Christian Dior, negli ultimi quindici anni è stato disegnato dall’inglese Galliano che vede come possibili successori una serie di nomi italiani (come Tisci e Pilati). Unica eccezione Hermes, che ha alla guida stilistica Christhope Lemaire che quest’estate ha preso il posto di Jean Paul Gaultier.

Il calendario francese è pieno di belgi (Dries Van Noten, Ann Demeulemeester e Af Vandervorst); olandesi (Viktor and Rolf) americani (Rick Owens e Zac Posen), giapponesi (Issey Miyake, Yohji Yamamoto, Comme Des Garcons, Junia Watanabe), inglesi (Gareth Pugh, Vivienne Westwood, Phoebe Philo che disegna il marchio francese Celine, Hannah Macgibbon che disegna il marchio francese Chloe, Peter Copping per Nina Ricci, Giles Deacon per Emanuel Ungaro, Sarah Burton per Alexander McQueen).

E, last but not least, gli italiani, una nutrita colonia nel cuore della moda parigina. Facciamo un altro breve elenco: ieri ha sfilato Costume National disegnato da Ennio Capasa, Kenzo da Antonio Marras e Givenchy da Riccardo Tisci.

Stamattina sfilano Giambattista Valli e Yves Saint Laurent che ha come direttore creativo Stefano Pilati. Domani sarà la volta di Valentino, disegnato da Maria Grazia Chiuri e Pier Paolo Piccioli e mercoledì, dulcis in fundo,Miu Miu di Miuccia Prada. Senza dimenticarci dei piccoli marchi francesi molto glamour di proprietà italiana come Roger Vivier che appartiene a Diego della Valle e Vionnet di Matteo Marzotto.

Insomma Parigi scarseggia di talento domestico, in quanto a creatività, ma riesce a calamitare tanti nomi internazionali, inglesi e italiani in testa. A rendere così speciale questa capitale della moda sembra essere la sua apertura culturale al genio d’oltreconfine, agli stilisti di tutto il mondo.

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