Dizionario Arte

photo-work

Termine usato sin dagli anni Settanta del XX secolo per descrivere vari tipi di opere d’arte basate su immagini fotografiche manipolate in qualche modo dall’artista. È difficile definire il termine con precisione, poiché gli artisti hanno fatto ampio uso della fotografia fin dai tempi della pop art. In generale, comunque, implica che la fotografia costituisce fisicamente la componente essenziale dell’opera, piuttosto che essere solo una parte di un’opera realizzata con vari media o il punto di partenza di un’opera realizzata con un altro mezzo. Molti artisti *concettuali, in particolare, lavorarono con la fotografia; Gilbert & George realizzano spettacolari pannelli a tutta parete, in cui fotografie in bianco e nero disposte in griglie regolari sono coperte di vernice sgargiante; gli artisti stessi chiamano queste opere photo-pieces, piuttosto che photo-works. Esposero queste opere per la prima volta nel 1971; in precedenza avevano realizzato ‘cartoline-sculture’. Anche David Hockney ha creato immagini elaborate usando la fotografia -nel suo caso photocollage composti di qualcosa come seicento stampe sovrapposte. All’altro estremo troviamo le immagini di Cindy Sherman, in cui la ‘manipolazione’ avviene prima di scattare la fotografia piuttosto che dopo e la stampa fotografica stessa si presenta perfettamente ‘regolare’. Sherman fotografa se stessa mentre interpreta ruoli di film immaginari, a volte vestita con abiti sofisticati, come un modo per analizzare gli stereotipi femminili. È discutibile se certe immagini debbano essere chiamate photo-works piuttosto che semplicemente fotografie, ma sono normalmente distinte tanto nei libri d’arte come pure in quelli di fotografia. Alcuni critici preferiscono usare alcuni termini quali fotografia costruita, fotografia di studio, o set-up photography.

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