Dizionario Arte

Sanmicheli, Michele

Architetto civile e militare veronese, viene iniziato alla professione dal padre e dallo zio. In giovane età si reca a Roma, dove si forma sui modelli architettonici di Bramante e di Antonio da Sangallo, facendo proprio un repertorio di forme rigorosamente classiche (si veda il suo trattato I cinque ordini dell’architettura). Nella carica di ufficiale salariato della Repubblica di Venezia, ha probabilmente la possibilità di viaggiare e lavorare nei possedimenti della Serenissima, in particolare alle fortificazioni di Creta, Candia, Dalmazia e Corfu, e di vedere direttamente l’architettura greca, da cui trae alcuni motivi fondamentali delle sue creazioni. Soggiorna a lungo anche ad Orvieto, progettando qui la chiesa di S. Domenico, oltre a quella chiesa di Montefiascone (1519).
Tornato a Verona nel 1527, si dedica alla progettazione delle due porte monumentali della città, Porta Nuova e Porta Palio (1542-1557), per poi realizzare una serie di palazzi nei quali opera sullo spazio mediante l’applicazione delle regole dell’architettura classica e attraverso l’uso di note di colore e di luce. Nei suoi edifici Sanmicheli segue da vicino gli schemi bramanteschi, strutturandoli con un piano terra rustico, spesso a bugnato, e piani superiori dove si fondono il sistema arcuato e quello architravato. In Palazzo Pompei (1533), ad esempio, è significativa l’introduzione della loggia al piano superiore, che nel successivo Palazzo Canossa compare in forma di balaustra decorata da statue. Ricche sono anche le decorazioni scultoree impiegate nelle facciate dei palazzi, anch’esse ricavate da modelli classici. Dei suoi lavori a Venezia si segnalano in particolare Palazzo Cornaro e Palazzo Grimani (dal 1556). Nascita: Verona 1485; Morte: Verona 1559

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