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Spettacolo,  Musica

SANREMO 2017: ZOMBIE 2, IL RITORNO

Ieri è stata la serata delle cover a Sanremo, una puntata interlocutoria in vista della finale di domani sera. Non è stata sufficiente l’allegria del bimbo felice Mika a togliere la grisaglia al ‘Festival Zombie’ per eccellenza

Il Festival di Sanremo è tornato ieri sera al passato, con l’interpretazione da parte dei concorrenti di vecchi grandi brani di artisti italiani. Una consuetudine, negli ultimi anni. Un sollievo, per molti cantanti, finalmente liberati dalla responsabilità di mostrare o nascondere una (spesso latitante) personalità. La scelta dei brani, per i big in gara, è stata tra l’ultraconservatore e il simpaticamente-provocatorio (come Sergio Sylvestre che ha scelto ‘Vorrei la pelle nera’) e a vincere è stato Ermal Meta grazie all’interpretazione di Amara terra mia, un inno alla solitudine e al dolore dell’emigrato del sud Italia.

Quasi bene, ma è bastato l’ingresso di Mika a far ricadere lo show nella sua plumbea atmosfera Zombie: i colori del cantante e neopresentatore, la sua ingenuità pinocchiesca hanno per contrasto rivelato il grigio di un Festival a encefalogramma zero sin dall’inizio. A risvegliare gli spiriti molli degli spettatori ci ha provato come al solito Crozza, che ha tentato di rivitalizzarli vestendo i panni del prete-guaritore per eccellenza: Papa Francesco. Non dimentichiamoci di un altro che ha tentato l’eroica impresa da (ri)animatore di zombie: il dolce Gabbani, sceso sul palco con un gorilla come controfigura. Assistere l’imbarazzata intervista alle esangui figlie d’arte Annabelle Belmondo e Anouchka Delon ha invece tolto ogni residua illusione di assistere a qualcosa che potesse far sorridere o battere il cuore. Ora facciamo un gran sospirone e gettiamoci in apnea verso la puntata di stasera e la finale di sabato.

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