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Sanremo, dopo gli sbadigli il sonno profondo

La seconda serata più soporifera della prima

Dopo gli sbadigli della prima serata, il sonno profondo della seconda. Dopo il record negativo di ascolti, il probabile bis. Per risollevare le sorti di quello che si ostina a chiamare Festival della Canzone Italiana, Pippo Baudo le prova tutte: il commissario Rex in persona (si fa per dire) e i suoi colleghi poliziotti, i Duran Duran e il musical di Cocciante, per concludere con una squadra di preti-calciatori. Un gran minestrone pieno di ingredienti ma insipido, in cui la musica sembra essere solo un accessorio, e nemmeno di lusso, vista la qualità delle canzoni. Non si salva nessuno.

Persino i Finley, che almeno avrebbero potuto puntare su una delle loro canzonette a presa rapida, si sono lasciati tentare dalla ballatona tutta archi e buoni sentimenti, sfidando i cantanti sanremesi sul loro terreno preferito. Una sfida persa in partenza, così come quella di convincere Loredana Berté a evitare atteggiamenti da diva francamente ridicoli. La cantante chiede di cambiare posto nella scaletta, si presenta all’ultimo momento e sale sul palco conciata in maniera imbarazzante. La canzone? Meglio lasciar perdere.

Gli unici ad avere buoni motivi per sorridere sono Ariel, La Scelta, Sonhora e Jacopo Troiani, i quattro concorrenti della categoria riservata ai giovani che si sono qualificati per la finale e venerdì lotteranno per il titolo. Mercoledì pausa, perché il campionato di calcio è sacro e persino il Festival si deve rispettosamente fermare. Giovedì si riprende con i duetti. Chissà se qualcuno inventerà qualcosa per cui valga la pena accendere il televisore.

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