Arte: Sgarbi contro Italia Nostra
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Sgarbi contro Italia nostra: L’uomo vitruviano non è fragile

In questi giorni, dopo il ricorso al Tar da parte di Italia Nostra

Sgarbi si è scagliato contro la nota associazione, per obiettare alle sterili polemiche.

La diatriba sollevata da Italia Nostra riguardo al prestito dell‘Uomo Vitruviano al Museo del Louvre – autorizzata il 24 settembre scorso – ha mosso le rimostranze di Sgarbi.

Assurdo non prestare l’Uomo Vitruviano al Louvre; il mancato scambio non porterebbe vantaggi a nessuna delle parti.

Ma cominciamo dal principio.

Dopo l’accordo che autorizzava uno scambio di opere, firmato dal Ministro Franceschini a Parigi lo scorso mese (qui ne raccontiamo i dettagli), Italia Nostra ha presentato ricorso al Tar. L’istanza richiedeva che venisse tempestivamente annullata l’uscita del disegno leonardesco dal territorio italiano. L’associazione di tutela dei beni culturali ritiene appunto che, con il prestito, sia messa a rischio l’incolumità dell’opera. E che il disegno non possa essere sottratto all’Accademia di Venezia perché fulcro importante del museo veneto.

Il Tar, in attesa della sentenza attesa per il 16 ottobre, ha temporaneamente sospeso il prestito. Questa decisione, secondo il parere del critico d’arte, “comporta l’intollerabile subordinazione del Ministro dei Beni Culturali e dei suoi tecnici e restauratori favorevoli al prestito”.

Arte: Sgarbi contro Italia Nostra
Vittorio Sgarbi

STERILI POLEMICHE

Alle illazioni infondate di Italia Nostra, Vittorio Sgarbi risponde di contro in maniera esaustiva. In primo luogo, l’Uomo Vitruviano “può serenamente viaggiare, non è fragile e non corre rischi, come garantisce l’Istituto centrale del Restauro”. Inoltre – e qui Sgarbi sprigiona la sua tenace verve polemica – “il povero Francesco Bonami, che non lo ha mai visto (ma se lo può immaginare) è convinto che sia esposto all’Accademia, […] ma non lo vedono perché vive, non visto da nessuno, nei depositi”.

Insomma, nella totale confusione di ruoli e gerarchie, la polemica retrograda di Italia Nostra rischia di andare contro gli interessi dell’Italia. E questo Sgarbi non lo accetta.

Ancora più sciocca è la discussione che vira sul “peso” dei prestiti. Essendo l’Uomo Vitruviano un simbolo universale, all’Italia spetterebbe in prestito un’opera altrettanto di rilevo. E non, come da accordi, “solo” due opere di Raffaello.

Assurde considerazioni che stupiscono soprattutto perché espresse da un’associazione di tutela dei beni culturali, davanti a capolavori dal valore inestimabile.

E soprattutto, non prestare l’opera secondo gli accordi stabiliti non porterebbe benefici né alla Francia né all’Italia. L’Italia non potrà ammirare capolavori inediti di Raffaello, in occasione delle celebrazioni del 2020, e il disegno leonardesco rimarrà chiuso nelle buie stanze di un archivio.

UN’AMARA RIFLESSIONE…

Quella che Italia Nostra ha messo in gioco è un’assurda posizione retrograda che dà adito a posizioni di chiusura. Il conservatorismo, fondato su ripicche puerili per il mancato prestito – effettivamente mai richiesto – della Monna Lisa all’Italia, limita le prospettive del nostro paese.

Se ci atteniamo ai fatti finora accaduti, per l’Italia non sono previsti orizzonti di larghe vedute, ma noi crediamo nel futuro e nel potere dell’arte.

E, con Vittorio Sgarbi, ci auguriamo che il buon senso abbia la meglio su infondate insensatezze.

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