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The Powerbook, l’amore, le mail…

Un trio d’eccezione al Romaeuropa Festival: l’attrice Fiona Shaw, la regista Deborah Warner e l’autrice Jeanette Winterson. All’Argentina hanno presentato un testo stroncato dalla critica, ma osannato dal pubblico. E se ne parla ancora… Liquidato aspramente dalla critica nazionale, ma accolto trionfalmente dal pubblico che ha stipato all’inverosimile l’Argentina per tre serate, The Powerbook, lo spettacolo presentato al Romaeuropa Festival da Fiona Shaw e Deborah Warner, fa ancora parlare di sé, spenti ormai i riflettori su quello che è stato l’evento d’apertura del Festival. Tacciato di superficialità e di melodrammaticità stucchevole, il lavoro si è preso una rivincita tra i tanti rimasti affascinati dalla scrittura di Jeanette Winterson, dalla regia della Warner e dall’interpretazione – magistralmente disinvolta – della Shaw. All’accoppiata di queste ultime due si devono alcuni allestimenti recenti, di indubbio valore. Con The Powerbook, evidentemente, la celebre coppia non è al meglio, ma il lavoro dà comunque adito a qualche riflessione. La domanda che sembra far da filo conduttore all’intera operazione, infatti, è quale possa essere il linguaggio d’amore al tempo della sua riproducibilità industriale: oggi, che l’amore è l’oggetto privilegiato d’analisi degli studi pubblicitari, e che viene declinato più in Sms che non in sonetti. L’amore che scivola via in parole luminose riflesse sullo schermo di un portatile: e non è un caso che il feticcio dello spettacolo della Warner sia proprio un Mac, con la sua bella mela fosforescente. È tutto lì, in quelle mail che vorrebbero essere poetiche e suonano stucchevoli, in quegli amori vissuti solo virtualmente, o nella fantasia posticcia di chi si ostina ad essere romantico.
La storia di The Powerbook, infatti, è piuttosto semplice: un contatto on-line, forse una chat, una storia d’amore che nasce, tra ricordi e invenzioni, tra fantasticherie e viaggi (virtuali) nei luoghi comuni dei Baci Perugina: Londra, Parigi con il suo Pont des Arts, Capri, con la pizza e le partite di calcio. Manca solo Venezia, la gondola, «la luna e tu»: il repertorio c’è tutto. E i racconti non sono da meno: i grandi incompresi dell’amore, da Tristano e Isotta, a Paolo e Francesca alle Mille e una notte. Storie che diventano aneddoti per sedurre.
Imbastito in una confezione molto glamour, elegante e tirata a lucido, con video e proiezioni, e luci che pagano un vistoso debito alla classe del Bob Wilson migliore, The Powerbook avvolge con grazia, affascina nello splendido eloquio della Shaw (al meglio di sé nell’ultima replica), interprete sempre in scena, e mai sopra le righe. Accanto alla mattatrice, una più fragile Saffron Burrows, bella nel suo ruolo di Tadzio post-moderno. Sul velo satinato dell’amore d’oggi, non compare la passione: non si riesce a scriverla, per mail. E quando una delle due attrici, finalmente, dice il semplicissimo «Ti amo» si resta sorpresi, in una nube di imbarazzo, per quella enormità… (14 ottobre 2003)
Nella foto, l’attrice inglese Fiona Shaw

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