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Spettacolo,  Cinema

Tutto Antonioni alla casa del cinema

In occasione del decennale dalla scomparsa di Michelangelo Antonioni, l’omaggio della Casa del Cinema e della Cineteca Nazionale

E’ stato uno dei registi più visionari del cinema italiano, forse il più artista tra tutti. Michelangelo Antonioni sarà ricordato con una rassegna alla Casa del Cinema di Roma dal 16 gennaio al 27 febbraio.

L’autore di “Blow up”, più di Fellini, Risi, Monicelli, Ferreri, ha seguito la sua strada in modo intransigente, indifferente al plauso immediato del pubblico e della critica ha cercato nei suoi film l’immagine perfetta in tutta la sua carriera, quasi incastonando i suoi personaggi in paesaggi desolati e desolanti capace di fare da correlativo oggettivo alla loro anima, arida, disperata o in perenne attesa: la Milano degli anni sessanta de “La notte”, l’isolotto di Lisca Bianca in “L’avventura”, gli abissi dello “Zabriskie Point“, la Ravenna disumanizzata di “Deserto Rosso”.

Questo il programma completo della rassegna:

LUNEDÌ 16 GENNAIO

ore 15.30 GENTE DEL PO – di Michelangelo Antonioni (1943, 9’)

Primo documentario di Michelangelo Antonioni sulla dura vita degli abitanti di Porto Tolle sul Po.

a seguire N.U. (Nettezza Urbana) – di Michelangelo Antonioni (1948, 9’)

Una giornata a Roma vista attraverso il lavoro degli spazzini. Scorci di città, microazioni, storie appena accennate, musica jazz a contrappuntare il ritmo delle immagini, sono le marche che caratterizzano questo lavoro.

a seguire L’AMOROSA MENZOGNA – di Michelangelo Antonioni (1949, 10’)

La vita delle star del mondo dei fumetti. Nastro d’argento per il miglior documentario.

a seguire SUPERSTIZIONE – di Michelangelo Antonioni (1949, 9’)

Il documentario nasce da un progetto più ampio che Antonioni non ha potuto realizzare e che si presenta come un’indagine sulla superstizione e i riti ad essa legati, a Camerino, nelle Marche.

a seguire SETTE CANNE UN VESTITO – di Michelangelo Antonioni (1949, 9’)

a seguire LA VILLA DEI MOSTRI – di Michelangelo Antonioni (1950, 10’)

I mostri di pietra che affollano il parco del Castello degli Orsini a Bomarzo (Viterbo).

a seguire VERTIGINE – di Michelangelo Antonioni (1950, 4’)

ore 17.00 CRONACA DI UN AMORE – di Michelangelo Antonioni (1950, 102’)

Milano. Paola ha abbandonato la natale Ravenna ed ha sposato un ricco industriale Enrico Fontana. Questi incarica un detective di indagare sul passato della donna per scoprirne eventuali macchie. Queste indagini sono l’occasione per far incontrare Paola e Guido, suo ex amante. I due riallacciano la vecchia relazione e progettano di liberarsi di Fontana. 

LUNEDÌ 23 GENNAIO

ore 15.30 I VINTI – di Michelangelo Antonioni (1952, 113’)

Film a episodi ambientati rispettivamente in Francia, Italia e Gran Bretagna e incentrati su atti criminali commessi da giovani. Il primo vede un gruppo di ragazzi e ragazze che durante una gita in campagna uccide uno di loro, pensando che abbia molti soldi con sé; l’episodio italiano ha come protagonista un giovane di buona famiglia che si dà al contrabbando più per spirito d’avventura che per bisogno. Nell’episodio inglese un giovane uccide una donna, sicuro di rimanere impunito, ma per eccessivo protagonismo viene arrestato.

ore 17.30 LA SIGNORA SENZA CAMELIE – di Michelangelo Antonioni (1953, 102’)

Film sulle illusioni tradite della fabbrica dei sogni. Dopo Bellissima di Visconti, Antonioni realizza un film sull’ambiente dei cinematografari romani. Ada Manni è una giovane e bella commessa, che viene lanciata nel mondo del cinema. Raggiunta una certa notorietà, sposa un produttore che realizza per lei un film “impegnato”, che però è un flop.

LUNEDÌ 30 GENNAIO

ore 15.30 L’AMORE IN CITTÀ – di Carlo Lizzani, Michelangelo Antonioni, Dino Risi, Federico Fellini, Francesco Maselli, Alberto Lattuada (1953, 114’)

Film ad episodi, ideato da Zavattini, si rifà alle sue idee sul cinema. Il film lampo, l’inchiesta, il richiamo alla cronaca come fonte di storie ben più interessanti di quelle partorite dagli sceneggiatori sono le forme attraverso cui i sei autori affrontano il tema dell’amore.

ore 18.00 LE AMICHE  – di Michelangelo Antonioni (1955, 104’)

Clelia viene mandata a Torino da Roma per aprire un atelier di moda. Qui conosce un gruppo di amiche, ricche e ciniche. Quando una di loro si suicida per amore, Clelia entra in crisi, litiga con le altre e perde il posto. «Bellissima galleria di donne in amore tratta da Cesare Pavese e dipinta da Michelangelo Antonioni prima maniera, quando il Maestro non era stato ancora colto dall’irreversibile sindrome dell’incomunicabilità.

 

 LUNEDÌ 6 FEBBRAIO

ore 15.30 IL GRIDO – di Michelangelo (1957, 115’)

Abbandonato dalla compagna, l’operaio Aldo si mette in viaggio con la figlia per cercare un lavoro che non riesce a trovare. Vivrà brevi avventure sentimentali e proverà a tornare con la compagna che lo respinge di nuovo.

ore 18.00 LA NOTTE-  di Michelangelo Antonioni (1961, 122’)

Il tran tran quotidiano di una coppia, sposata da anni, è turbato dalla malattia di un amico di famiglia. Dopo essersi recati in visita dal malato, Giovanni e Lidia partecipano a una festa di un industriale, lasciandosi andare, ma solo per noia. «Antonioninel cinema è unico: il suo linguaggio si avvicina più a quello di uno scrittore che a quello di un regista» (Patti).

 

LUNEDÌ 13 FEBBRAIO

ore 15.30 MICHELANGELO ANTONIONI, STORIA DI UN AUTORE – di Gianfranco Mingozzi (1966, 45’)

a seguire IL PROVINO – di Michelangelo Antonioni (ep. di I tre volti, 1965)

ore 17.00 RITORNO A LISCA BIANCAdi Michelangelo Antonioni (1983, 9’)

a seguire APPUNTI PER LA RINASCITA DI UN FILM – di Stefano Landini (2002, 5’)

a seguire L’AVVENTURA – di Michelangelo Antonioni (1960, 140’)

 

LUNEDÌ 27 FEBBRAIO

ore 15.30 IL MISTERO DI OBERWALD – di Michelangelo (1980, 129’)

«Cocteau aveva già messo in cinema il suo dramma, Antonioni non ne fa un remake, ma un pretesto di genere, un’occasione fortunata delle “forti tinte”, una prova per svelare e studiare la metafora. I riferimenti storici al personaggio dell’imperatrice Sissi d’Austria, che erano pallidi in Cocteau, sono stati accantonati da Antonioni in favore della stilizzazione, della favola, come suggerisce l’inizio tempestoso e un poco ironico.

In una notte di tempesta, la regina Monica Vitti arriva al castello di Oberwald e cena da sola davanti al ritratto del marito ucciso in un attentato. Non ha mai cessato d’amarlo, si sente finita con lui. Da un passaggio segreto cade svenuto in camera sua il rivoluzionario anarchico Franco Branciaroli, ferito; era venuto per ucciderla. La Vitti vede in Branciaroli il sosia del re, Branciaroli nella Vitti una donna prigioniera del suo potere» (Reggiani)

ore 18.00 IL DESERTO ROSSO  – di Michelangelo Antonioni (1964, 117’)

«A Ravenna, ridotta a deserto industriale, una giovane borghese nevrotica, moglie di un ingegnere, cerca vanamente un equilibrio, si fa un amante e vaga senza trovare soluzione alla sua crisi. 9° film di Antonioni, e il suo primo a colori, in funzione soggettiva (fotografia di Carlo Di Palma, Nastro d’argento) come espressione di una realtà dissociata e con ambizione di trasformarlo esso stesso in racconto come “mito della sostanziale e angosciosa bellezza autonoma delle cose”.

 

La voce su sul regista dal nostro Dizionario del Cinema

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